«E tutto si era
svolto in quella trama di strade squadrate e regolari nelle quali, in certi
pomeriggi deserti d’estate, quando c’era il maestrale, e l’aria era nitida,
ogni angolo sembrava il punto di fuga verso un infinito pieno di promesse.»
Tutto accade in
una notte. Tre amici si incontrano per caso dopo oltre vent'anni dai tempi
della loro giovinezza e, appunto, della loro amicizia. L'incontro, che sulle
prime sembra una banale rimpatriata, si trasforma ben presto in una drammatica
resa di antichi conti. Lo scenario è una Bari sempre in bilico fra presente e
passato. Fra il non più e il non ancora. È un libro drammatico, ma chi lo ha
letto mi dice (e la cosa mi fa un enorme piacere) che ci sono dei passaggi in
cui si ride molto. Far ridere è una cosa che amo particolarmente.
Gianrico Carofiglio, dalla
recensione di Salvo Fallica su: L'Unità (06/11/2008)
E’ difficile credere che un piccolo libro di centosessanta
pagine possa ricacciarti indietro di trent’anni con una tale prepotenza da spingerti
a desiderare di afferrare il primo volo verso quella che senti ancora nel
profondo essere “la tua città”, per verificare se ogni angolo di quelle vie “squadrate
e regolari” del centro murattiano o il groviglio di vicoli della città a forma d’aquila, nella quale Babbo Natale si riposa durante l’anno,
combacia ancora perfettamente con gli angoli dei tuoi ricordi.