Un vedovo di ottantatré anni decide di lasciare la sua casa e la sua famiglia per ricoverarsi in una struttura per anziani, con la speranza di liberarsi di tutti quei fardelli che gli ingombrano la giornata e godersi così i pochi anni che gli restano. Una scelta volontaria e insolita di un uomo che non si è mai arreso nella vita, e che anche a quest'ultima sfida si fa trovare pronto e desideroso di trarne il meglio. Quello che non sa mentre viaggia verso il suo nuovo domani, è che all'arrivo lo aspetta la malattia, quella che ha sempre temuto e osteggiato, di fronte alla quale il suo coraggio guerriero trema e cede. Da solo, in un letto di ospedale, ripensa alla sua vita, mette a posto ciò che aveva suo malgrado lasciato in sospeso, e alla fine si abbandona al destino, con una compostezza e lucidità che nemmeno la malattia è riuscito a togliergli.
Nel piccolo paese di Balzanò di sotto, in provincia di Milano, qualcuno ruba le offerte della Chiesa e, come se non bastasse, una notte come tante altre, va a fuoco una piccola fabbrica. Chi è il colpevole? I sospetti non... possono che ricadere su Bahaa Bakkar. Bahaa è un migrante, ospitato dal centro di accoglienza del paese, è appena arrivato, è il diverso che deve essere per forza il colpevole. In scena, mentre la tragedia personale di Bahaa si compie, si muove l'intero paese, chi è certo della colpevolezza del giovane perché gli immigrati sono colpevoli per forza, chi pensa al decoro urbano, chi solo al proprio meschino tornaconto. Un testo coraggioso perché supera i lughi comuni consigliato a tutti coloro che ancora credono che inclusione e accoglienza siano valori universali
«Vivo per strada, ai margini del mondo, perché dal mondo non mi aspetto più nulla. E al mondo, a chi come te si ferma su questa panchina sotto un caldo sole d’estate o nelle fredde brine d’inverno, sono ancora capace di regalare qualcosa. Sono un cantastoria. Che dici? Si dice cantastorie? No, io sono un cantastoria, perché di storia ne ho solo una da raccontare. È una storia vera, s’intende, non una di quelle inventate che stropicciano i sogni. Ogni istante vissuto è stato un tocco di dita che ha fatto vibrare la corda della mia anima e il suo ricordo echeggia quelle emozioni. Se pensassi di tenerla solo per me, mi sentirei l’uomo più egoista di questa terra. È una storia che ha dentro tutte le emozioni di questo mondo, dall’amore alla rabbia, dalla lucida ragione alla più pazza follia. Cosa c’era che non andava in lei? Angelica era, semplicemente, un’assassina seriale.»
Puoi acquistarlo qui o nelle principali librerie online ISBN: 9788892696433
«Vivo per strada, ai margini del mondo, perché dal mondo non mi aspetto più nulla. E al mondo, a chi come te si ferma su questa panchina sotto un caldo sole d’estate o nelle fredde brine d’inverno, sono ancora capace di regalare qualcosa.
Sono un "cantastoria". Che dici? Si dice cantastorie? No, io sono un "cantastoria", perché di storia ne ho solo una da raccontare. È una storia vera, s’intende, non una di quelle inventate che stropicciano i sogni. Ogni istante vissuto è stato un tocco di dita che ha fatto vibrare la corda della mia anima e il suo ricordo echeggia quelle emozioni. Se pensassi di tenerla solo per me, mi sentirei l’uomo più egoista di questa terra.
È una storia che ha dentro tutte le emozioni di questo mondo, dall’amore alla rabbia, dalla lucida ragione alla più pazza follia.
Cosa c’era che non andava in lei? Angelica era, semplicemente, un’assassina seriale.»
In una cornice paesaggistica che spazia tra la Maremma Toscana, l’Australia e la Gran Bretagna, un padre vecchio e stanco racconta la storia delle sue figlie gemelle, affette da una forma di schizofrenia: la follia a due. Tra i ricordi del passato si cela una verità nascosta che solo una delle due, sopravvissuta alla malattia, potrà rivelargli.
A breve disponibile su tutti gli store online, in formato cartaceo e e-book. Disponibile subito al link: http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-generale/shared-9788892649910.html
Dopo una vita intensa trascorsa alla ricerca continua di sensazioni travolgenti che le appagassero l’anima, Lisa si ritrova ai confini tra follia e dolore. Attraverso un percorso artistico di note, parole e colori, in un crescendo di emozioni intense, sua figlia Viola la riporta alla realtà, consentendole di superare l’esperienza traumatica vissuta. Tuttavia, proprio nel momento in cui Lisa si è convinta di poter vivere una vita normale e guarda al futuro, le sue ombre sembrano tornare...
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C’era una volta la guerra, triste e ingiusta agli occhi di due adolescenti, Liliana e Virginia, che si ritrovano a condividere la stessa paura, in uno scantinato di un palazzo di Milano, per poi perdersi di vista a causa degli sfollamenti. Qualcosa è nato tra loro, nel momento in cui i loro occhi si sono incrociati, e ciascuna ne mantiene un ricordo profondo e doloroso, unito al desiderio di incontrarsi ancora. La vita le pone più volte una di fronte all’altra, per caso, con le loro scelte di volta in volta differenti, ma le separa poi di nuovo, come se quel sentimento da loro provato dovesse per forza restare nascosto, fino alla fine della loro esistenza, all’ombra di un faggio dalle foglie color porpora.
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Amore e follia allietano la grigia esistenza di Ninetta e Marino, ospiti di una struttura per anziani e malati di mente. Beffardi spettatori delle vicissitudini dei loro figli e arguti difensori dei propri diritti, metteranno a dura prova coloro che li circondano.
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Annika, una giovane avvocatessa di origini finlandesi, vissuta per molti anni a Casablanca, in Marocco, viene a conoscenza di un segreto militare dai diari del padre ritrovati in soffitta. Annika decide di difenderne il contenuto da nemici che non conosce, ma che sembrano esserle molto vicino. A fianco a lei, una moltitudine di personaggi, tra i quali per Annika è difficile scegliere chi le è davvero amico.
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Selezione di racconti dal blog http://ilpavonebianco.blogspot.com Mi sedetti accanto al fuoco, a gambe incrociate. Guardai la sua luce e ascoltai il suo crepitio. Poi mi rivolsi a lei e dissi: 'Pavone Bianco, raccontami una storia...'
A breve disponibile su tutti gli store online, in formato cartaceo e e-book. Disponibile fin da subito al link: http://www.youcanprint.it/fiction/fiction-generale/i-racconti-del-pavone-bianco-9788892649934.html
Se vuoi vedere le valli, sali in vetta a una montagna;
se vuoi vedere
la vetta di una montagna, sali su una nuvola;
se invece aspiri a comprendere la
nuvola, chiudi gli occhi e pensa.
Kahlil Gibran
Un'India ricca di odori, colori e sentimenti accompagna il viaggio di Sissi alla ricerca di un nuovo equilibrio interiore, e prende corpo attraverso le sue parole scritte all’amica Giulia, compagna di penna rimasta suo malgrado in città.
Ha presente il film Kate
& Leopold? Leopold, duca di Albany, misteriosamente portato nel futuro,
innamorato della bella Kate, ma deluso da lei, torna nel passato e Kate, resasi
conto di amarlo, fugge dalla festa organizzata in suo onore per la promozione,
e si lancia dal ponte di Brooklyn, un attimo prima che il portale spazio-tempo
si chiuda, e raggiunge il suo Leopold, con acclamazione universale degli
spettatori.
Sito della vostra agenzia.
Il portale per inserire manoscritti inediti si apre un
volta al mese, dopo di che si chiude e se ne parla il primo giorno del mese
successivo. In questo mese valutate le richieste pervenute e rispondete ai
diretti interessati. Tutto chiaro. Si chiude in pochi minuti, e occorre
prestare attenzione all'indirizzo email che si inserisce, perché la conferma
arriva via email. Sembra trasparente. Finalmente un'agenzia che offre
un'opportunità.
1 aprile:
sembra quasi uno scherzo, ma alle diciotto il portale è già chiuso. Penso
"Allora è vero, chiude in poco tempo..."
1 maggio: è la
festa dei lavoratori, si spera che la gente sia in giro e non su un portale,
ma... idem
1 giugno: ore
otto di mattina, il portale è già chiuso. La situazione è alquanto strana, ma
alla fine è ancora colpa mia che non ho creduto al "il sito si chiude in
pochi minuti (sic!)".
1 luglio, ore
00:00, dopo aver preparato su word tutte le informazioni (sinossi,
biografia, dieci pagine del mio manoscritto, nonché la mia email, perché magari
scrivendola frettolosamente la sbaglio, nonostante la bellissima funzionalità
di "autocomplete" del browser),
inserisco alla velocità della luce tutto quanto richiesto. Mio marito fa
altrettanto, perché voglio proporre due manoscritti, e spero che almeno uno dei
due sia letto e valutato da voi. Premo ENTER e la schermata si dissolve davanti
ai miei occhi senza uno stralcio di messaggio. Anche mio marito, a qualche
frazione di secondo da me, ha lo stesso risultato. Torniamo sul portale ed è
già chiuso, stavolta fino al primo settembre, perché anche voi avete diritto
alle ferie. Guardo la mail, nessun riscontro. Eppure il modulo è stato
compilato (entrambi, direi) e le email posso metterci la mano sul fuoco che
fossero corrette.
Aspetto il giorno dopo, nessun riscontro, e allora
capisco, che il portale mi si è chiuso in faccia e che forse qualcosa di poco
trasparente c'è.
Non sono rimasta delusa, no. E soprattutto stavolta non
ho nulla da rimproverarmi. Ho compilato il modulo velocemente e in modo
corretto. Difficile pensare che qualcuno (tanti qualcuno, esattamente quanti
non si sa, perché si parla di limite, ma potrebbero essere due, tre, o
settanta? Questo non ci è dato saperlo, forse a meno di spulciare un forum il
cui link porta a un post del 2012 che vi investe di complimenti per la vostra
serietà e professionalità, della quale ad oggi comunque non ho modo di
dubitare).
Nonostante tutto, divento una vipera, non per me stessa,
perché forse non sono stata sufficientemente veloce da compilare tutti i campi,
o perché magari ho sbagliato la email. Sono sicura di essere stata veloce e di
aver inserito correttamente tutti i miei dati. Non ho sbagliato timing, nè ho
perso tempo: mi ero preparata, ero stata una scheggia a compilare il modulo con
copia e incolla. Ed eravamo in due, entrambi con gli stessi risultati. Quello
che mi riesce difficile credere è che ci sia stata tanta gente a farlo, ma
anche ammettendo che ciò sia possibile (o che il numero di manoscritti che
accettate sia davvero limitato), mi sono sentita ingannata, tradita, presa in
giro su quella che è la mia passione più grande: scrivere. E forse stimo di più
coloro che dicono "non accettiamo manoscritti", che non alimentano
illusioni, che non sfruttano questa "piaga sociale" degli scrittori
inediti che cercano disperatamente un editore.
Non ci vuole molto, a livello di programmazione, a
collegare un'azione quando il tasto invio viene premuto (se ci sono errori o il
portale è già stato chiuso): basta aprire una finestrella che dice "sorry,
il tempo è scaduto", oppure "stavolta non ce l'hai fatta"
oppure "guarda che l'email è sbagliata" oppure “errore 0xff0ssx
eccetera eccetera”.
Sarebbe come trovare qualcuno che ti dà una pacca sulla
spalla quando sei arrivato secondo (non ultimo) alla corsa che per te era tanto
importante. Non servirebbe allo scopo, ma sarebbe qualcosa.
Soprattutto sarebbe trasparente e educato.
Cordiali saluti.
Carla Pavone
Mi ha talmente rivoltato quanto è successo, che a questo
punto a me non interessa più nulla. Ho sempre scritto perché mi piace. Il
piacere di essere letti è venuto dopo. Ho ricevuto complimenti davvero
disinteressati da gente che non conoscevo o conoscevo poco, che avrebbero
potuto anche non dirmi nulla e lasciarmi nell'ignoranza, nella sua accezione
più pura del non sapere. La mia vita non sarebbe cambiata senza il loro
riscontro, ma mi ha reso felice.
Non ho mai cercato il successo in sè, forse mi stancherebbe
il girare per librerie di provincia a vendere i miei libri, perché il mio tempo
oggi lo uso in modo differente e mi spiacerebbe un po' dovervi rinunciare per
passare serate, sabati, domeniche in giro per la Lombardia, per un'ora di
elogi.
Ho deciso che mi bastano gli elogi - e soprattutto le
critiche- di coloro che mi circondano e
di qualche outsider. Ho deciso che smetto di rincorrere agenti agenti ed
editori. Ho deciso che, pur sentendo di meritare di più, per la passione che
ci metto, per le emozioni che mi dicono che riesco a trasmettere, smetto di
cercare a tutti i costi un editore. Non m'importa più.
Stamperò le copie che mi interessano e metterò attraverso
canali di autopubblicazione gratuita i miei manoscritti per gli amici che vorranno
leggerli, anche se so che alla fine glieli passerò via email o consegnerò una
copia che mi sono stampata e pagata.
Decisione storica per me, che ho sempre rifiutato di
pagare un editore, convinta che se il mio lavoro vale allora pagano loro,
altrimenti stampo il numero di copie che voglio e non quello che mi chiedono
(per poi supplicare gli amici di comprarlo). Decisione presa con cuore e testa,
dopo un anno di contratto con un'agenzia letteraria importante, che forse non
ha impiegato tutto lo sforzo necessario a cercare un editore, ma di per sé mi
ha fatto vivere una bella avventura.
Dunque grazie a chi mi ha letto finora, senza che fossi
famosa. Grazie a chi mi ha apprezzato e criticato, facendomi crescere. Ho
aspettato un anno a pubblicare Shared, sperando di riuscire a smontare quelle
paratie che dividono il mondo degli scrittori per passione (per carità, tanti,
più dei lettori), da un mondo patinato che purtroppo oggi rende ancora poco
onore al merito e molto onore al denaro (e non ne faccio un caso personale,
perché di manoscritti inediti ne ho letti tanti e molti avrebbero meritato,
così come ho letto tanti romanzi che avrebbero trovato giusta collocazione in
una toilette pubblica).
Dopo l'estate, il tempo per impaginare una bella
copertina, arriverà Shared, lo
prometto a chi in questi mesi mi ha chiesto: "a quando il prossimo?".
Le domeniche non sono tutte uguali per un volontario. Capita di alzarsi alle sei e mezza di mattina per correre in Croce Bianca, sperando di passare una giornata tranquilla, nella quale la gente stia bene e non abbia bisogno del nostro impegno. Non sono tutte uguali, soprattutto quando, tra il vociare dei volontari che si raccontano le loro esperienze di vita, due passioni si incontrano, casualmente, e fanno scintille, dando vita a uno spettacolo teatrale. La centralinista dice "A me piace scrivere". Il soccorritore risponde "A me piace il teatro”. Così distrattamente nasce un testo, lo si rivede, si pensa alla storia dei personaggi, si cercano i visi che meglio li possano rappresentare, si prenota un teatro per le prove, ci si ritrova nonostante la stanchezza, gli impegni di lavoro o il traffico, e ci si diverte, si scherza, si diventa seri. Così, distrattamente, è nato Al primo piano, di Carla Pavone e Pasquale Pako Balzano, portato in scena dalla Compagnia Teatrale DistrActors - Minima Theatralia. Lo spettacolo è incentrato sulla storia di Marino e Ninetta, ospiti di una struttura a metà strada tra una casa di riposo e un istituto di igiene mentale, una storia semplice, che attraversa il mondo degli anziani, con la loro voglia di dimostrarsi ancora autonomi e liberi nelle proprie decisioni, e il mondo fuori, impegnato a convincerli che non contano più nulla. E dal primo piano giungono sprazzi di follia, che i medici, gli unici chiamati a decidere se gli anziani sono “matti” oppure no, cercano di contenere, tra urla, risate, pianti, improperi e senso di abbandono, contrastati dall’impegno di molti operatori che cercano di trattare da “umani” coloro che una buona parte della società non considera più tali. Uno spettacolo divertente, che porta però a riflettere e a chiedersi dove sia davvero il limite tra normalità (vecchiaia) e follia. In realtà non c’è una sola risposta: sta solo allo lo spettatore capirlo, una volta chiuso il sipario, ascoltando unicamente le sue ragioni e la sua verità. La Croce Bianca Milano ONLUS - sezione Cernusco sul Naviglio ha voluto organizzare, con il patrocinio del Comune di Cernusco sul Naviglio, una rappresentazione dello spettacolo AL PRIMO PIANO proprio a casa nostra, per i nostri concittadini e amici. Ti aspettiamo a Cernusco sul Naviglio per una serata insieme, il 27 maggio alle ore 21, alla Casa della Arti Cernusco sul Naviglio di via De Gasperi.
L'ingresso è libero ma per la partecipazione allo spettacolo è richiesta la compilazione di un form di prenotazione, disponibile al link:
Ha un sapore magico quel momento in cui afferri la trama che ti girava in testa da tanto tempo, e improvvisamente quei brani scritti in un momento si collegano l'uno all'altro, i personaggi prendono finalmente vita, inizi a conoscerne la storia, prefiguri le loro azioni, conosci i loro perché...
E le parole iniziano a fluire come un tempo, e provi a bloccarle anche se mentre studi e ti prepari ad affrontare quella storia, esse premono nel tuo cuore e ti emozioni come un bambino. Scrivere è innanzi tutto passione. Signore e Signori, è nata "La Gabbia" (nome provvisorio).
Guardatevi le spalle...
una serial killer è in agguato.
Titolo definitivo: È tutto in ordine
20 mar 2016
Anche l'anno scorso era quasi primavera. Anche quest'anno. E il prossimo ancora. È bello avere punti fermi nella vita, quando persino le abitudini cambiano e ruotano e tornano e scompaiono. Anche quest'anno è quasi primavera. È incredibile, però, come il silenzio di notti innevate e il freddo di un camino spento possano perpetuarsi nelle stagioni, a dispetto del sole che ci scalda.
Foto: cold_spring_by_ravador-d4xnidv.jpg
20 ago 2015
Poco prima della sua morte, scrivevo articoli di attualità
su un giornale. Scrissi un pezzo tagliente sulle donne, riversai in esso tutto
il dolore e la rabbia che provavo per lei. Nei suoi diari di quei giorni, era
in prigione, trovai questo, lo ricordo a memoria: “In questa cella angusta, pur
arriva una brezza leggera la mattina. I venti mi hanno portato le tue parole,
quelle stesse che coloravano le ali di farfalla di quel quadro di Van Gogh –
ricordi che ne avevo scritto in un libro? - . Le ali si sono ora chiuse nella
lama di ghigliottina che pende sulla mia testa. Ho letto Victor Hugo: ‘Si dice
che sia cosa da nulla, che non si soffre, ch'è una fine dolce, che in questo
modo la morte è molto semplificata. Eh, che cosa sono allora questa agonia di
sei settimane e questo rantolare di un intero giorno? Che cosa sono le angosce
di questa giornata irreparabile, che passa così lentamente e così in fretta?
Che cos'è questa scala di torture che termina sul patibolo? Che cos'è il dolore
fisico paragonato al dolore morale?’ Così le tue parole mi feriscono, e nella
mia piccola cella non ho scampo. A esse soccombo. Hai vinto, amore mio. Voleva
questo il tuo grande amore? Mi hai sconfitta”. Ripensai a lungo a quelle
parole, e un giorno, una mattina che il caldo afoso faceva uscire da me il
cattivo sudore, con esso tutta la rabbia e il dolore abbandonarono il mio
corpo. E quel giorno iniziai a dubitare di non aver mai compreso la sua anima
così bambina, eppur così complessa.
Inedito, di Carla Pavone Titolo definitivo: È tutto in ordine