«Vivo per strada, ai margini del mondo, perché dal mondo non mi aspetto più nulla. E al mondo, a chi come te si ferma su questa panchina sotto un caldo sole d’estate o nelle fredde brine d’inverno, sono ancora capace di regalare qualcosa.
Sono un cantastoria. Che dici? Si dice cantastorie? No, io sono un cantastoria, perché di storia ne ho solo una da raccontare. È una storia vera, s’intende, non una di quelle inventate che stropicciano i sogni. Ogni istante vissuto è stato un tocco di dita che ha fatto vibrare la corda della mia anima e il suo ricordo echeggia quelle emozioni. Se pensassi di tenerla solo per me, mi sentirei l’uomo più egoista di questa terra.
È una storia che ha dentro tutte le emozioni di questo mondo, dall’amore alla rabbia, dalla lucida ragione alla più pazza follia.
Cosa c’era che non andava in lei? Angelica era, semplicemente, un’assassina seriale.»
Sono un cantastoria. Che dici? Si dice cantastorie? No, io sono un cantastoria, perché di storia ne ho solo una da raccontare. È una storia vera, s’intende, non una di quelle inventate che stropicciano i sogni. Ogni istante vissuto è stato un tocco di dita che ha fatto vibrare la corda della mia anima e il suo ricordo echeggia quelle emozioni. Se pensassi di tenerla solo per me, mi sentirei l’uomo più egoista di questa terra.
È una storia che ha dentro tutte le emozioni di questo mondo, dall’amore alla rabbia, dalla lucida ragione alla più pazza follia.
Cosa c’era che non andava in lei? Angelica era, semplicemente, un’assassina seriale.»
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