
Avvalendosi di molti tipi di manipolazione, I fatti è un incrocio tra un romanzo breve, un’apologia pro vita sua, una confessione, un esercizio di nostalgia e riparazione e una guida informale per il lettore all’opera di Philip Roth.
La narrazione centrale è preceduta da una lettera a Nathan Zuckerman, l’alter ego di finzione di Roth, ed è seguita da una lunga risposta dello stesso Zuckerman. I suoi commenti acuti, lungimiranti e, spesso, severi, sulla ricerca dei “fatti” compiuta dal suo creatore, anticipano e scoraggiano commenti ulteriori da parte del lettore. Come conseguenza di questo dialogo critico interiore il libro nel suo insieme diventa circolare, richiuso su se stesso, poiché il suo argomento principale è il libro stesso, come è venuto alla luce e qual è il suo valore immediato e definitivo.
Justin Kaplan, The New York Times
Internazionale, numero 991, 15 marzo 2013
Citazioni
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E mentre lui parlava io pensavo:
«Guarda in che razza di storia la gente
trasforma la vita,
in che razza di vite la gente
trasforma le storie».
Nathan
Zuckermann ne La controvita