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31 lug 2011

Recensioni - Luciano Loccatelli

‘Come battito d’ali’ è un avvincente romanzo ambientato tra il Marocco, Milano e la Riviera Ligure. L’inizio è folgorante, grazie a una scena magistralmente costruita, ambientata sul Pendolino, in viaggio a piena velocità nel paesaggio della pianura padana. In un crescendo di tensione uno sparo, una donna insanguinata e un uomo che fugge concludono il capitolo iniziale che troverà compiuta spiegazione solo alla fine di questo bel  romanzo che dosa, con sapienza, avventura e amore.
In realtà,  la vicenda parte da lontano, dal tempo della seconda guerra mondiale in Marocco, quando l’esercito americano si macchia di quelle azioni esecrabili sempre associate alla guerra, come lo stupro di Nicole, messa incinta da uno dei violentatori e che vedrà consumati dalla disperazione il suo amore per Federico e la sua stessa vita. Ma è soprattutto la ‘Operazione Torcia’ che segna  la presenza americana in Marocco: ragazzi marocchini vengono strappati alla povertà delle loro famiglie, spinte dalla disperazione ad accettare che i loro figli vengano portati negli Stati Uniti, allevati in famiglie americane, formati in ottime scuole, nella prospettiva di rientrare maggiorenni in Marocco per rappresentarne la futura classe dirigente.
Questo lontano antefatto riverbera i suoi effetti sino ai giorni nostri. Mentre il fondamentalismo islamico devasta il Marocco con feroci attentati, la divulgazione  di quei lontani orrori può rappresentare per qualcuno un’eccellente opportunità per danneggiare l’immagine americana. Al contrario c’è chi si batte per impedire che le oscure vicende del passato vengano a galla. I personaggi del romanzo si ritrovano stretti in questa tenaglia, una scia di dolore e di morte li accompagna, in un crescendo di emozioni che non consente al lettore la minima distrazione.
Anche il personaggio centrale,  la bellissima, statuaria  Annika, avvocato di talento e straordinario centauro in motocicletta, viene dal passato. Nipote di Federico, viene da quel Marocco che l’Autrice descrive con grande cognizione di causa riguardo ai luoghi, ma soprattutto alla cultura e ai sentimenti collettivi. Rientrata da tempo in Italia insieme alla famiglia,  Annika custodisce in anfratti remoti della sua memoria e sensibilità quei ricordi lontani. Ma le avventurose vicende che la coinvolgono la costringono a ricercare le tracce del passato, dal ricordo delle persone ai diari del padre che, con i segreti nascosti al loro interno, saranno all’origine di una caccia fatale.
Attorno a lei ruotano, molto ben delineati, vari personaggi che saranno coinvolti, consapevoli o inconsapevoli nella vicenda.. Sandro, avvocato e collega di Annika , che rincontrerà la sua antica passione, la bella, calda e misteriosa  Fatima, antica compagna di università nel frattempo sposatasi e divenuta giurista  molto impegnata in organizzazioni internazionali. Alcune belle figure di vecchi e nuovi amici marocchini che diventano per Annika la chiave di comprensione di ciò che le sta accadendo intorno. E soprattutto Gabriele, amico di famiglia ai tempi del  Marocco e da sempre uomo dei suoi sogni, il quale farà scoprire ad  Annika lati  accantonati della vita. La loro sarà un’intrigante vicenda d’amore. Gabriele si troverà nella posizione e nella condizione di poterla salvare dalla violenza che le monta intorno. Ma non vogliamo svelare il finale, anche se è lo stesso inizio a farlo immaginare.
In conclusione, un gran bel romanzo nel quale al sapiente impianto narrativo si accompagna una scrittura fluida  che, con pochi tocchi, pennella luoghi, personaggi e situazioni.

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