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20 feb 2014

Dialogo a una voce sola

Metti tutto in ordine.
Ogni cosa al suo posto:
Le cose belle che hai fatto,
I tuoi errori,
Le persone che hai amato,
Quelle che ti hanno amato,
Le persone che avresti voluto vicino,
Quelle che ti hanno reso la vita impossibile.
Sistemi i tuoi sentimenti,
Ricordi, rimpianti, rimorsi.
Poi ti stendi.
Vieni al mondo perché qualcuno decide che è il tempo,
Dovresti poter scegliere quando andartene,
Perché hai esaurito il tuo compito,
Non hai più nulla che ti possa emozionare,
Nulla che ti faccia tremare, soffrire o gioire,
O semplicemente perché non reggi più la sequenza di istanti che dividono la mattina dalla notte,
Perché non vedi più la differenza tra l'essere e il non esserci più.
Dovresti poter scegliere quando chiudere gli occhi, quando è il tempo di smettere di camminare, ridere, piangere.
Eutanasia.
Eutanasia del cuore.


Twin chicks waiting mother


Le lacrime non ti fanno crescere e qualcuno diceva che il dolore vero dura solo pochi minuti: il resto è solo compiangersi, trovare in altri scuse che in te non vuoi trovare.

Non hai la forza? Non ti servirà a nulla lasciarti andare: il mondo va avanti lo stesso anche senza di te, non illuderti che sia diverso. E tu continui a farne parte, puoi solo scegliere come, se farlo con un sorriso o con un broncio.

C'è sempre qualcuno per il quale vale la pena di sorridere. C'è sempre qualcuno che può gioire del tuo sorriso, una persona che ti sta accanto, una persona che è lontana. Perfino una persona che non conosci, che incroci per caso e che nel tuo sorriso trova quel calore che gli manca, e tu nemmeno lo saprai.

Sollevati.
Non sai cosa ti aspetta dietro l'angolo. Giornate ancora buie, o giornate tranquille.
Ma è comunque vita e tu sei nato per vivere.
Nessuno ti ha mai detto che devi essere per forza felice. Può capitare di esserlo, e allora ne godi. Ma le giornate non sono tutte uguali. In ognuna puoi scoprire qualcosa, in ognuna puoi dare qualcosa anche se ti senti arido. Una parola, uno sguardo, una carezza.

Provaci almeno.
Per te stesso.
Perché il tempo che perdi è perso e basta.
Perché ciò che non hai provato a dare è un passo che non hai fatto.
Perché le scelte ci sono, difficili ognuna in eguale misura, ma poi non serve guardare indietro alle mille possibilità che hai perduto, perché rischi di perdere le mille che hai davanti.

E ciò che lasci indietro non lo perdi.
Resta in te per sempre.
Può far male, anche per sempre, ma è ciò che sei e non puoi liberartene.
Nemmeno se rimani a terra a raccogliere le tue lacrime.

Prendi le briciole se non hai nulla da mangiare. Forse un giorno sarai seduto a tavola, forse no. E di quelle briciole fanne un pranzo sontuoso.
Si chiama dignità.

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