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Behind_a_Smile_by_donia.jpg www.deviantart.com |
Ti toglievi la fascia dalla
vita, ti strappavi i sandali, gettavi in un angolo l'ampia gonna, era di
cotone, mi sembra, e scioglievi il nodo che ti stringeva i capelli in una coda.
Avevi la pelle d'oca e ridevi. Eravamo talmente vicini che non potevamo
vederci, assorti entrambi in quel rito urgente, avvolti nel calore e nell'odore
che emanavamo insieme. Mi aprivo il passo per le tue vie, le mie mani sulla tua
vita protesa e le tue impazienti. Sfuggivi, mi percorrevi, mi scalavi, mi
avvolgevi con le tue gambe invincibili, mi dicevi mille volte vieni con le
labbra sulle mie. Nell'attimo estremo avevamo un bagliore di completa solitudine,
ciascuno perduto nel proprio abisso rovente, ma subito risorgevamo al di là del
fuoco per scoprirci abbracciati nel disordine dei guanciali, sotto la
zanzariera bianca. Ti scostavo i capelli per guardarti negli occhi. Talvolta ti
sedevi accanto a me con le gambe raccolte e il tuo scialle di seta su una
spalla, nel silenzio della notte che iniziava appena. Così ti ricordo, in
quiete.
(Isabel Allende, Eva Luna racconta)
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