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30 mag 2010

Un sorriso tra le stelle

http://pennelibere.blogspot.com/2010/05/un-sorriso-tra-le-stelle.html

Primo incanto
Marc aprì gli occhi all'improvviso, infastidito dal ronzio della sveglia, che gli annunciava che il suo week-end era finito. Si girò verso la moglie e l'abbracciò forte. Annabel mugugnò un buongiorno e lo baciò. Passò sopra di lui per zittire la sveglia che ancora friniva e ripiombò con la faccia sul cuscino dopo avergli sussurrato 'buon viaggio' nell'orecchio.

Lentamente Marc si tirò seduto sul letto, si tolse il pigiama, lo ripiegò con cura e si avviò verso la cucina. Come ogni lunedì, Annabel gli aveva preparato la macchinetta per farsi il caffè. Aprì le persiane e guardò fuori. Era ancora buio lì fuori. Non si udiva nulla, nessun rumore che infrangesse quel candore. L'aroma di caffè che si diffondeva nella cucina lo scosse dal suo torpore, se ne versò una tazza e tagliò una fetta di torta.

Quando ebbe finito, lavò e sciacquò con cura la tazza e le posate e le ripose nella credenza. Si era imposto da sempre, o quantomeno da quando aveva cominciato a viaggiare così tanto, di lasciare tutto in ordine prima di partire.

Si vestì, indossò il suo cappotto blu, prese la sua ingombrante compagna di viaggio e afferrò le chiavi di casa: il taxi avrebbe dovuto essere lì fuori ad aspettarlo. Passò nella camera da letto, baciò Annabel e poi si fermò un momento nella camera di Stephane. Amava Annabel più di se stesso, ma lasciare Stephane era per lui il momento più duro. Il suo piccolo viso riposava innocente sul cuscino. 'Quali draghi o cavalieri o maghi starai sognando?', pensò. I suoi occhi chiusi, con le ciglia folte, nere e lunghe e quel sorriso stampato dolcemente lo intenerivano ogni volta. Gli stampò un bacio lungo qualche minuto e si voltò prima che quella pelle bianca e profumata lo trattenesse oltre.

Aprì piano la porta, la richiuse a chiave e si avviò lungo il vialetto buio illuminato dai lampioni. Due fari oltre il cancello gli annunciavano che Philippe era lì fuori ad attenderlo, come sempre, ogni lunedì, non ricordava nemmeno più da quanti mesi.

- Buongiorno, Philippe
- Buongiorno, signore. Il solito?
- Si Philippe. Grazie.

Guardò fuori dal finestrino. Una luna bianca, piena e grande si riflesse nei suoi occhi ed una smorfia di tristezza si dipinse sul suo viso quando si voltò a vedere la sua casa ancora buia, che spariva dietro una curva.

Secondo incanto

Qualche ora dopo Annabel aprì gli occhi, colta di soprassalto dal suono familiare di un SMS. Si alzò di scatto ed afferrò il cellulare.

VISUALIZZA: 'Arrivato. Buona giornata. Ti amo, M.'.

Ogni volta era un dolore diverso, al quale ancora non era riuscita ad abituarsi. Quante promesse all'inizio... 'staremo sempre insieme' 'ti aiuterò' 'starò al tuo fianco'. Poi ogni lunedì alle quattro e mezza suona la sveglia e lui se ne va fino al venerdì. Come vorrebbe che tutto fosse diverso.. Come vorrebbe una vita normale.. Quando si ritrova con le sue amiche prova un po' d'invidia per quelle case che la sera si riempiono di voci maschili, per quelle tavole imbandite per la famiglia al completo, per quelle pantofole che spuntano dalla poltrona. Lei non si arrabbierebbe se Marc si appollaiasse la sera sul divano e se non l'aiutasse. Lo tratterebbe con un re, se ne avesse la possibilità... Ma ogni lunedì le si pianta quel palo nel cuore, ogni sera della settimana lei si ritrova in cucina a mangiucchiare avanzi del pranzo di Stephane. Chissà se un giorno sarà diverso....

RISPONDI 'Anche io..'

Terzo incanto
- Stephane, tesoro, è ora!
Stephane non ne voleva sapere di abbandonare il suo mondo fatato, nel quale era appena salito su una giostra e stava scegliendo su quale macchina fare il suo primo giro. Ma la voce dolce e insistente di Annabel e quel piccolo umido bacio sulla guancia lo riportarono alla realtà.
- Ciao mamma!
- Come sta il mio piccolo sognatore?
- Bene.. Ma papà non mi ha salutato stamattina!
- Certo che sì! Ma tu sei talmente sprofondato nei tuoi sogni che non te ne accorgi mai..
- Mamma, perché il mio papà non è come il papà di Alex, che lo accompagna tutti i giorni a scuola ed ogni sera gli legge una favola?
- Stephane, il tuo papà ha un lavoro importante...
- Si, ma...
- Ascolta, ti racconto una storia.. C'era una volta una piccola stellina su nel cielo che non brillava bene. Ogni tanto si spegneva ed ogni volta che lei si spegneva, un bambino sulla terra piangeva. Un'altra stellina che abitava lì vicino chiamò la Luna e le spiegò che tutte le sere un bimbo era triste e bisognava fare qualcosa. La Luna parlò con il Sole ed il Sole provò a brillare più forte, ma non ci fu nulla da fare. Un giorno una piccola navicella si fermò vicino alla Luna e la Luna pregò l'astronauta di correre sulla stella a vedere se poteva farla brillare sempre, come tutte le altre. L'astronauta si diresse sulla stellina e si accorse che c'era un piccolo monte che impediva il riflesso pulito della luce. Diede l'allarme sulla Terra e tanti piccoli uomini furono inviati per ridurre quella montagna che offuscava la luce della stella. Papà è uno di quei piccoli uomini e per un po' va e viene da quella stellina ed ogni volta che torna, c'è un bimbo in più che sorride. Non manca molto sai? E' già una collinetta e fra un po' quando tutti i bimbi torneranno a sorridere, il tuo papà non dovrà più andare via. Quando vuoi vedere il tuo papà, sbircia tra le stelle e quando ne vedrai una che brilla sempre di più, sorridi del tuo sorriso più grande e vedrai che lui tornerà per restare qui per sempre.

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