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29 giu 2010

Mille volte niente - Emma La Spina

E’ difficile piangere su un libro. Non hai immagini reali davanti ai tuoi occhi che ti possano commuovere. Hai soltanto delle parole su una carta bianca. Ma a volte, poche volte, quelle parole hanno la potenza di mille immagini e ti lacerano cuore e mente al punto che non puoi ignorarle, non puoi che immedesimarti in quello che stai leggendo e sentirlo sulla tua pelle: che siano botte, che sia uno stupro, che sia una violenza psicologica potente ti pervade i sensi e l’anima al punto che senti di essere tu picchiata, stuprata e violentata.

E non puoi che vergognarti dopo, quando hai chiuso l’ultima pagina del libro, perchè oggi, ancora oggi, ti rendi conto che certe cose succedono, dietro l’omertà di molte, troppe persone.

Bellissimo, da dieci e lode. Terribile, se penso che è tutto vero.

Introduzione: “Sono una donna bambina. Una donna segnata da un’infanzia e un’adolescenza trascorse in istituti per orfani. Io che orfana non sono. Nel chiuso di quelle stanze sono stata maltrattata, insultata, picchiata. Mi è stata rubata la bellezza dei primi anni, la meraviglia della crescita, lo stupore per il mondo. E ho avuto in cambio dolore, umiliazione, ignoranza. Della famiglia, degli uomini, dei sentimenti, della vita.
Per questo, anche quando la porta di quelle stanze si è spalancata, sono rimasta una donna bambina. Ho dovuto imparare ogni cosa, mentre gli altri la sapevano già. E ho scontato la mia inferiorità con enormi sofferenze. La mia carne è stata marchiata dalle dure lezioni che il destino voleva impartirmi.
Il racconto della mia storia riprende da dove lo avevo interrotto. Un mattino di primavera, il giorno successivo ai miei diciotto anni e poco prima di affrontare l’esame di maturità, vengo espulsa dall’istituto. Buttata in mezzo a una strada, letteralmente. E’ una legge atroce* che nessuno mi aveva mai comunicato”
[*Nota: quella di non poter restare in un orfanatrofio al compimento dei diciotto anni].

Epilogo: “Un’infanzia vissuta senza affetti ti resta dentro per sempre. La mancanza di una madre la vivi come una mutilazione permanente. Anche da adulta ho sentito sempre la sua mancanza. Priva di educazione all’amore, ogni persona è in seguito preda di ogni potenziale aguzzino. E chi la incontra coglie in lei la sua debolezza e la percepisce come possibile vittima dei propri istinti. Il resto della vita non sarà che una lotta per recuperare il più possibile e per colmare un vuoto che non fa che ripresentarsi. Da un’illusione all’altra.”

2 commenti:

  1. A volte mi chiedo dove reperisci le informazioni per "trovare" tali libri. Mai uno banale.

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  2. Non le reperisco. Entro in libreria, mi lascio attrarre dai titoli, leggo i trafiletti in copertina e... seguo l'istinto. A volte sbaglio (tipo il penultimo letto che è allucinante al punto che non ricordo più nemmeno il titolo).. a volte trovo questi piccoli capolavori...

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