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24 nov 2010

Un giorno in più - Fabio Volo - Capitoli 1-10

Capitolo 1 - La ragazza del tram

Quei minuti sul tram erano limpidi, una finestra su un altro mondo. Un appuntamento colorato
[...]
Quando pensavo a lei i miei pensieri non avevano mai il punto. Solo virgole. Erano una valanga di parole e immagini senza punteggiatura
[...]
Scriveva. [..] Mi piaceva vederla scrivere. Innanzi tutto perchè per farlo si toglieva il guanto e poi perchè si vedeva che era totalmente immersa  in ciò che faceva. Tanto che ne ero persino geloso. E' vero che quando scriveva non alzava mai la testa dal quaderno durante il tragitto, ma vederla così coinvolta in ciò che scriveva la rendeva ancora più affascinante. Avrei voluto fare parte di quel suo mondo.
Anche quando leggeva non si distraeva mai. Per farlo metteva gli occhiali, Le stavano bene. Mi piaceva osservarla mentre infilava un dito sotto la pagina destra e, facendolo scorrere, la sollevava dal resto del libro. 
[...]
La ragazza del tram era bella. [..] Ma la cosa che mi attirava di più erano i suoi occhi, quello che si vedeva dentro incrociandoli anche per un istante, Scuri, profondi, inevitabili.
[..]
Quella mattina ho visto il suo sguardo riflesso dal finestrino. [..] Ho scoperto che è molto più intimo uno sguardo incrociato di uno diretto. Come se si venisse scoperti a rubare qualcosa. Come se quella superficie in realtà rendesse trasparente anche un volere fino allora taciuto. Quella volta, appena è scesa e il tram è ripartito, mi sono girato a guardarla, Lo ha fatto anche lei.
[..]
Un giorno, dopo che è scesa, ho aspettato qualche secondo e mi sono alzato. Mi sono messo dove stava lei e ho appoggiato la mano dove teneva la sua qualche secondo prima. Si poteva sentire ancora il suo calore. [..] Il suo calore era qualcosa di intimo in quel momento, ho avuto il desiderio di sfiorare una piccola parte di un mondo che lei aveva già toccato, volevo essere il primo tocco dopo il suo.
[..]
Ho sempre paura di disturbare. Come da piccolo, in casa d'altri, quando mi chiedevano se volevo un bicchiere d'acqua, anche se avevo sete rispondevo: "No, grazie". Quando qualcuno mi offriva qualcosa, prima ancora che finisse la frase avevo già detto di no. Nella vita ho sempre avuto paura di essere di peso, di essere una scocciatura. Questa è stata una vera fregatura.

Capitolo 3 - Silvia

Silvia per me è come la corda del funambolo: quando sono felice ci danzo sopra con un ombrellino colorato e quando sono triste mi ci aggrappo.
[..]
"Silvia, [..] per lui cosa è cambiato? Forse qualcosa dal punto di vista economico, ma ha continuato a fare le sue cose come prima. Punto. Fino a oggi è andata bene perchè tu hai sempre accettato tutto. Per il desiderio di farti una famiglia ti sei annullata. Ti sei addossata ogni responsabilità e, finchè continuerai in questo modo, perchè mai dovrebbe lasciare andare via? I problemi tra voi sono iniziati quando hai cominciato a chiedere più attenzione da parte sua [..] Prenditi il tempo che ti serve [..] Penso sia meglio anche per Margherita. Avere una madre infelice non credo sia un buon insegnamento e non illuderti che lei non se ne accorga. I bambini sentono tutto." "Lo so, lo so. Sai cosa mi ha detto l'altro giorno mentre la mettevo a letto? Mamma perchè non ridi più? Ho trattenuto le lacrime finchè sono uscita dalla stanza e poi sono scoppiata a piangere".
[..]
Forse uno dei miei problemi è che non chiedo nulla a nessuno ma ho bisogno di tutti. Ho cercato sempre di non deludere gli altri, di non essere un peso o una preoccupazione"
[..]
A volte le persone sono solo delle porte, dei passaggi. Tu per me, io per te. Anche gli sconosciuti, ogni incontro è una porta"

Capitolo 5 - Ex (a volte ritornano)

Scrivevo, scrivevo, scrivevo. Cercavo sempre di rintanarmi in un angolo, nascosto da tutto e da tutti, piegato su me stesso a scrivere, dando le spalle al mondo. Come se il mondo fosse il passato, come se la scrittura fosse una piccola navicella silenziosa, la mia macchina del tempo che viaggiava verso un mondo perfetto, fatto di attenzioni e tranquillità. Scrivevo nel tentativo di aggiustare il mondo e di avvicinarlo a me. I fogli del quaderno erano talmente pieni di parole che quando giravo pagina la carta scrocchiava

Capitolo 6 - Donne e guai

O semplicement ele persone che non si conoscono bene diventano nella nostra testa più interessanti, ciò che noi vogliamo che siano. Come le persone che si incontrano al semaforo: dopo averti sorriso, scatta il verde e partono. Si ha la sensazione che siano quelle che stavamo cercando da anni.

Capitolo 7 - Una notte al pronto soccorso

La vecchiaia è un posto dove vivi di ricordi. Per questo quando sei giovane, vivi creandotene di belli

Capitolo 8 - Chissà dove sei
L'aereo è atterrato. Una cosa che non capisco della gente è la velocità con cui si alza appena l'aereo si ferma. Le porte sono ancora chiuse e tutti sono già in piedi con la testa piegata in avanti, sotto le cappelliere, in maniera assolutamente scomoda. Avviene anche sui voli nazionali di un'ora. Qualche volta ho preso il Milano-Roma per lavoro; prima della partenza sentivo tutti quegli uomini parlare al telefono di cifre, budget, tagli, dividendi, rilancio prodotto, partner eccetera. Rimanevano al cellulare fino all'ultimo secondo perchè erano tutti molto importanti. Se poi erano seduti vicino a una donna spesso dicevano frasi del tipo: Senza di me non si fa nulla, se dico di no è no.. Io, con lo zaino e la maglietta, mi sentivo un uomo inutile davanti a quei professionisti. Qualcuno di loro aveva anche saltato il pranzo, lo intuivo dal loro alito. Poi l'aereo atterrava e subito tutti accendevano i telefonini, alzandosi in piedi di scatto e tenendo la testa piegata in avanti, scomodi come dei rapaci. In quella postura tutta la loro intelligenza. Quindi, in piedi nel corridoio, chiedevano scusa, permesso, per recuperare le borse. E di nuovo fermi in piedi. Poi sull'autobus aspettavano, in piedi e pigiati come sardine in scatola, l'ultimo passeggero dell'aereo, che rimaneva seduto fino alla fine e faceva tutto in tre secondi: si alzava, prendeva il bagaglio e scendeva. Salendo per ultimo sull'autobus era anche il primo a scendere al terminal. Muoveranno anche grandi capitali, ma il loro cervello, fuori dai numeri, è inesistente.
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Get è l'equivalente di puffare per i puffi. Funziona sempre.
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All'angolo della strada del mio hotel [N.d.R. a New York] ho conosciuto Alfred, un barbone, Su un cartoncino aveva scritto: "un dollaro per una barzelletta". Gli ho dato un dollaro. Me ne ha raccontata una, ma non l'ho capita

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