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20 giu 2012

Il sorriso imperfetto - Capitolo 3 - La colonna sonora e lo sfondo

Adagio in G minore di Albinoni  (Von Karajan)

Adagio in G minore di Albinoni  (Dominique Miller)

«L’Adagio credo sia una delle musiche più belle. Io lo preferisco nella versione orchestra e archi, anche se quella solo con archi fa vibrare di più le corde del cuore. Inizia così dolcemente, ti trasporta altrove senza nemmeno che tu te ne accorga. I violini ti cullano l’anima, te l’accarezzano, puoi sentirli fremere, corda dopo corda e tu con loro.»
«Hai mai sentito la versione di Dominique Miller? Mi ricorda la musica latina, e il ritmo spagnoleggiante che io adoro, ti fa sentire il sangue scorrere nelle vene.»
«Sì, Miller credo fosse argentino. La versione che conosco è chitarra e violini, bella... ma continuo a preferire quella orchestra e archi. La musica ti piace per come ti fa sentire dentro, per quello che ti evoca, quello che ti fa sognare ad occhi chiusi, le immagini che riporta in te dal profondo del tuo essere. Per ognuno è diverso.»


Giovanni Bellini, detto il Giambellino
Autoritratto ne "La Presentazione al Tempio"



«Sto parlando di Giovanni Bellini, non di Vincenzo, il pittore rinascimentale detto il Giambellino... »
«Touché!» le sorrise Edoardo.
«Sai che era nato fuori dal matrimonio ufficiale di suo padre? Suo padre ed una donna che potrebbe essere stata la sua prima moglie... Forse anche per questo mi sono subito sentita attratta da lui, prima ancora che dalle sue opere. Entrambi figli di un dio diverso... E così ne ho studiati i ritratti e le Madonne.»
«Confesso, non li ho in mente...»
«Cercali, quando puoi. Sono molto particolari. Quello che più mi ha affascinato è il suo autoritratto ne La presentazione al tempio. Lo hai presente?»
«Te l’ho detto... non sono un cultore del Giambellino, mi spiace... cos’ha di tanto particolare?» le chiese Edoardo, solo per il piacere di vederla così infervorata.
«Come fai a non conoscerlo? Quello che è famoso anche per essere uguale a un quadro di Mantegna... con qualche differenza... Beh, insomma il suo sguardo, quello del Giambellino intendo, si rivolge lontano dalla scena principale del quadro, cioè la presentazione di Gesù al Tempio, e si spinge verso sinistra. Lui ti guarda, sì, guarda proprio te ed è di un realismo pazzesco. Sembra rimproverarti perchè disturbi quella rappresentazione e lui si distrae solo per lanciarti un’occhiataccia. Serio, come il momento vuole che egli sia, con le labbra chiuse, senza sorriso. Parlano solo gli occhi. E’ pazzesco. E’ bellissimo...»




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