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21 ago 2012

Fai bei sogni - Massimo Gramellini


Ho letto questo libro in due giorni e mi sono meravigliata di quanto se ne sia parlato in giro. Ho pensato tra me e me di non averlo capito, ma sinceramente non avevo voglia di rileggerlo... Ho pensato di essere insensibile ad un dramma, ma poi ho scoperto che il motivo vero per il quale non mi è piaciuto questo libro è solo il fatto che ritengo che un dramma così profondo come quello vissuto da Massimo Gramellini non possa essere raccontato in uno stile da cronaca giornalistica. La storia c’era, era bella: bastava poco per uno scrittore della portata di Gramellini per scriverla un po’ meglio. Si salvano solo le pagine di Sarajevo e qualche spunto emotivo qui e lì.


Giudizio: Deludente. Tutto qui. 
Vi rinvio alla voce “anomala” nel chiasso intorno a questo libro, quella di Gaia Converti nel blog “Sul Romanzo”: http://www.sulromanzo.it/blog/fai-bei-sogni-di-massimo-gramellini: « Il problema, nel recensire un libro autobiografico, è il timore che la critica al testo vada a impelagarsi in qualcosa di personale. Questo lo so io, lo sapete voi e immagino lo sappia anche Massimo Gramellini, autore di Fai bei sogni(Longanesi, 2012). Tagliamo la testa al toro: sarebbe stato meglio lasciare la storia narrata, autobiografica e impregnata di lacrime facili ai nostalgici racconti in famiglia: quelli del due di novembre, al ritorno da un triste giro di saluti al camposanto. O, per essere più chiari, se questo romanzo autobiografico l’avesse scritto un Mario Rossi a caso, sarebbe stato pubblicato da un editore a pagamento. Gramellini ci conduce per mano, lieve come la noia di un pomeriggio di pioggia, lungo la sua infanzia [...]»

Da Fai bei sogni:

«Non essere amati è una sofferenza grande, pero' non la più grande. La più grande è non essere amati più. [...]Quando un sentimento ricambiato cessa di esserlo, si interrompe brutalmente il flusso di una energia condivisa. Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa di indefinito.»

«I 'se' sono il marchio dei falliti. Nella vita si diventa grandi 'nonostante'»

«Non so se in amore vince chi fugge, ma di sicuro chi perde rimane dov'è: immobile»

«Mi ero preso una cotta formidabile. Fra fuochi e chitarre, in riva al mare e dentro un sacco a pelo. Perchè tutti, una volta nella vita, abbiamo diritto di credere che le canzoni dell'estate siano state scritte apposta per noi»

«Esisteva un essere umano, in quella città [Sarajevo], che per quisquilie di razza si era appostato dietro un cornicione, aveva inquadrato nel suo mirino telescopico un bimbo che giocava per strada con un palloncino e gli aveva sparato allo stomaco.»

«Non esiste momento più bello, all'inizio di una storia, di quando intrecci le dita in quelle dell'altra persona e lei te la stringe. Ti stai affacciando su un mare di possibilità.»

«Gli affetti dell'infanzia si imprimono nel cuore come tatuaggi indelebili. Quando sembrano morti sono solo svenuti. E possono riprendere a vivere senza bisogno di troppe spiegazioni.»

«Pur di non fare i conti con la realtá preferiamo convivere con la finzione, spacciando per autentiche le ricostruzioni ritoccate o distorte su cui basiamo la nostra visione del mondo»

«Il dolore apre squarci che consentono di guardarsi dentro»

«Ci vuole una forza d'animo straordinaria per alzarsi dal letto ogni mattina con l'idea che la vita sia una prova e vada affrontata sempre, anche quando si è sicuri di avere subito un'ingiustizia terribile e si ha paura di non farcela»

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