Archivio Blog

Cerca nel blog

9 ott 2012

Come gocce di sale e vento - J. Courtney Sullivan



«Sembra che pensiate tutte di dovervi sposare quando sentite per qualcuno questa forte emozione che chiamate amore. E poi vi aspettate che l’amore svanisca con il tempo, con le avversità della vita. Mentre quello che dovreste fare è trovarvi uno abbastanza carino e gentile e lasciare che il vero amore cresca negli anni, attraverso le nascite, le morti e così via.»

Partito in sordina negli Stati Uniti, Come gocce di sale e di vento ha scalato le classifiche di settimana in settimana grazie al passaparola, per poi conquistare intere pagine delle principali testate americane. Nominato come miglior libro della stagione dai librai indipendenti americani, racconta una storia di madri e di figlie e di donne, mostrando la forza eterna dell'amore e di quei legami inscindibili che, per quanto la vita ci porti lontano, ci spingono a tornare sempre dove respira il nostro cuore.








La Trama

Il cottage di pietra e legno si erge solitario su una spiaggia sabbiosa incuneata nella costiera rocciosa del Maine. È giugno, l'oceano scintilla sotto il sole e, come ogni anno, le donne della famiglia Kelleher si riuniscono a Cape Neddick per le vacanze. Ora che la vita le ha divise, questo luogo un po' magico è l'unica cosa che le unisce. Perché nessuna di loro ha voglia di vedere le altre. Eppure non si può mancare. Le Kelleher portano sulle spalle un bagaglio pesante, fatto di silenzi, incomprensioni e invidie. Tornare è solo un dovere per Kathleen, la pecora nera della famiglia, che più di tutti teme il confronto con la madre Alice, il suo sguardo giudicante, le sue accuse velate. Per Maggie, la figlia trentenne di Kathleen, il cottage è invece solo una fuga temporanea, per non dover ammettere, forse nemmeno a se stessa, di essere incinta. Ad aspettarle lì, immutabile come sempre, nonna Alice, una donna dura fatta di opposti e contraddizioni, dedita alla chiesa, ma anche ai suoi Martini cocktail, che sorseggia di fronte al mare mentre fuma troppe sigarette. Ma quest'anno è diverso, Alice lo sa. Non può più aspettare. Non può più ignorare una notte di tanti anni fa. Una notte che non ha mai raccontato a nessuno, un segreto che le tormenta l'anima e che potrebbe tramutare un vento troppo forte in tempesta, distruggendo tutto, forse anche l'istinto irrazionale che spinge le donne Kelleher a tornare ogni anno nel Maine.

Io...

Leggetelo: se vi piacciono le saghe familiari e i libri “al femminile”, nei quali le donne sono rappresentate nelle loro contrastanti sfaccettature, mai troppo affiatate e mai fino in fondo acerrime nemiche. Può sorprendere in modo piacevole, tra i battibecchi ed i pensieri personali molto profondi di Alice, il dramma di Maggie, la “perfezione” di Ann Marie e il personaggio alternativo di Kathleen. Può essere terribile, tra le pagine dedicate all’alcoolismo, alla solitudine ed al senso di colpevolezza. Sicuramente bellissimo il personaggio di Alice, combattuta tra le sue aspirazioni personali e il mondo di “moglie e madre” nel quale si vede costretta. Molto particolare il personaggio di Maggie, incinta e senza più un fidanzato, che nonostante tutto vuole riagganciare i legami con la famiglia, che la madre ha voluto troncare. A loro due dedico la maggior parte delle citazioni.

Alice

Restando sola in casa con i bambini, aveva spesso la sensazione di perdere il controllo. Senza preavviso, i suoi pensieri prendevano una piega tetra e le venivano terribili mal di testa che la costringevano a letto tutto il pomeriggio. Lì la sua vita era noiosa per natura, e lei non sopportava di annoiarsi. Non si era mai affezionata all’idea di organizzare cenette allegre, piegare la biancheria e sfregare il pavimento della cucina, come se il mondo non avesse altro da offrire, malgrado tutti i suoi sforzi. Lei era destinata ad altre cose. Il cottage nel Maine era l’unica cosa che la distingueva dagli altri, l’unica cosa straordinaria che aveva.

Non si immaginava nel ruolo di moglie o di madre. Non le erano mai piaciuti i bambini ed era stata costretta troppo spesso a badare a quelli di casa sua: accudirli, dar loro da mangiare, sgridarli.

Lei non ci teneva a diventare una moglie, confinata in una casa piena di marmocchi, a servire costantemente un marito che ti piaceva sempre di meno, man mano che gli anni passavano.
Gli uomini non duravano: era qualcosa ch nessuno ti diceva quando eri giovane e ne cercavi disperatamente uno, pensando che avrebbe reso la tua vita quello che speravi che fosse. No, alla fine c’erano solo donne; alla fine, solo sorelle.

Il momento in cui la si vedeva più felice era durante quelle estati nel Maine, circondata dai loro cugini, dalle zie e dagli zii. Lì correva sulla spiaggia in costume da bagno, le lunghe gambe scintillanti di olio solare. Talvolta si sedeva insieme ai figli nel cottage e giocava con i cubetti per costruire o con le bambole. Altre volte invece Alice era fredda e scostante. Kathleen era terrorizzata dagli scoppi d’ira della madre, dagli attacchi di collera che sembravano spuntare dal nulla. [...] Certi giorni beveva whisky. Pensava che la calmasse, ma in realtà la rendeva più rabbiosa e triste. Kathleen se ne accorgeva dal fiato di Alice quando andava a prederla a scuola. Allora sapeva che doveva starsene tranquilla.

Pensò al fatto che non le fossero mai piaciuti davvero i bambini, anche se le sue amiche avevano sempre detto che tutti si innamoravano dei propri, quando li avevano. Lei provava la sensazione che il suo corpo fosse ricolmo di qualcosa di più grande di se stessa, qualcosa che premeva contro ogni centimetro della sua superficie, cercando di uscire.

«Sembra che pensiate tutte di dovervi sposare quando sentite per qualcuno questa forte emozione che chiamate amore. E poi vi aspettate che l’amore svanisca con il tempo, con le avversità della vita. Mentre quello che dovreste fare è trovarvi uno abbastanza carino e gentile e lasciare che il vero amore cresca negli anni, attraverso le nascite, le morti e così via.»

«Quando lei sarà vecchio come me, comincerà a considerare la sua vita come un tutt’uno. Vedrà le cose che ha fatto nel modo giusto, quelle che ha mandato all’aria. Io ho sempre cercato di fare il giusto, padre, ma di solito combino qualche guaio, in un modo o nell’altro. Basta guardare.»
«Che cosa?»
«I miei figli, tanto per cominciare.»

Maggie

Rimpianse di non essere il genere di persona che seppellisce la testa sotto le coperte, ordina la pizza da Fascati’s ogni pomeriggio e ignora la realtà, senza pensare ossessivamente a lui o presentarsi davanti alla sua porta come una pazzo. [...] Si drizzò a letto e si guardò attorno, tutto l’appartamento – tranne il minuscolo bagno – visibile da dove si trovata. Avrebbe davvero potuto tirar su un bambino in un minuscolo monolocale a Brooklyn, da sola? Aveva pensato di essere pronta a fare la madre, ma forse quell’idea era assurda.

Maggie desiderò che seduta lì accanto ci fosse Kathleen, ma forse i familiari non erano mai i più indicati per darti la risposta perfetta, o la più gentile. Forse l’immagine che avevano di te era troppo legata alle loro speranze e ai loro timori perchè ti considerassero quello che eri davvero. Forse era per questo che alla fine sua madre si era trasferita così lontano: per essere considerata obiettivamente e per vedere gli altri allo stesso modo.

Le cose possono cambiare in fretta: una lezione che si impara con l’età, ma che non smetteva mai di sorprenderla.

Non avrebbe mai capito perchè la logica non potesse conquistare qualcosa di così semplice e banale come l’amore.

Kathleen

«So che vuoi sposarti e sistemarti, ma lascia perdere: con la merda di pollo non puoi farci il brodo.»

Ann Marie

Essere madre era, per sua stessa natura, l’unico lavoro che conoscesse in cui avere successo significava rendersi inutili.

Nessun commento:

Posta un commento