Le cose non vanno mai come dovrebbero o come vorresti,
semplicemente vanno, che si voglia o no.
Recensione di Maddalena Frangioni
Un romanzo molto particolare in
cui protagonista assoluto è l'amore. Ciò che colpisce e lo rende originale è lo
stile, poetico, ricco di immagini seduttive, di squarci di paesaggi naturali e
di colori che esaltano i diversi stati d'animo, sentimenti allo stato puro.
All'inizio del racconto non capisci bene che cosa stia accadendo, poi il
dispiegarsi della storia, in cui i personaggi si muovono come sospesi, in uno
spazio e tempo indefiniti ti avvolge.
Pian piano la storia coinvolge e apprezzi quell'atmosfera sfumata,
sottile, intrigante, in cui prevale la ricerca quasi ossessiva dell'amore
perfetto, corrisposto, libero da vincoli, capace di donare e ricevere. Ti
sembra che il sogno non debba finire mai, che la realtà non potrà mai incrinare quello stato
di felicità raggiunta, ma la storia, anche questa, che sembrava destinata
all'eternità, precipita, il linguaggio si fa più duro, i sentimenti si
cristallizzano in rancori e bugie, l'amore sembra lontano, perduto. A
consolarci rimane il ricordo dell'uomo e
del suo sentimento vero, "Nessun altro uomo", egli afferma potrà mai
amare di più quella donna che lui ha
amato davvero con tutto se stesso. Sogno o realtà? E' indifferente. Ciò che
conta è amare.
Citazioni
E alla tranquilla serenità con
Stella si sovrappose quel turbine d’incanto che poteva portare solo danno,
impossibile per Mathias da contenere nel suo involucro di umana mediocrità, era
troppo grande, scuoteva le ore con un moto perpetuo, travolgeva il tempo, non
era una retta, non era una curva, era un bellissimo, terribile zig-zag di gioia
e tristezza, era il giorno e la notte, era sudore e quiete, era felicità, era dolore.
Quando si aspetta in silenzio, è perché si comincia ad amare, non si
aspetta per spiegare cose o ricucire vite, si aspetta perché chi arriva, è
l’altra parte di te, lo specchio dei tuoi pensieri; quello fu il tempo più
bello di tutti gli anni passati con Coline, vedersi sempre e dovunque, occupare
qualsiasi angolo d’orologio, inventarsi i natali, i carnevali, e le feste
comandate diventavano feste solo per loro due e mentre Mathias raccontava i
propri errori, lei scartava dolci, stappava lo spumante e buon compleanno
amore, dimmi se sei felice, se ti diverti con me. Non si divertiva soltanto,
cominciava ad amarla davvero, lo aveva capito perché non c’era più l’ansia che
frugava i suoi seni, non c’era la fretta che faceva saltare i bottoni dei jeans
troppo stretti, c’era una serenità dolce di un amore raggiunto e non c’erano
dubbi su quell’amore, solo che non voleva farsi male, questo no, non era uno
scherzo volare così in alto, gira la testa e il cuore batte impazzito, la
fronte si imperla di sudore, ma non vuoi scendere, vuoi continuare è quello che
desideri davvero, è quel cielo che hai aspettato e per cui hai pagato il
biglietto per tutto il tempo che ti è scivolato addosso. In fondo al cuore lo
sapeva Mathias che il cielo non ha un tetto dove approdare, prima o poi doveva
cominciare la discesa e chissà come sarebbe stata, se immediata e violenta da
spezzare le ali, oppure dolce, tranquilla, un planare senza scossoni e senza
venti di scirocco ma intanto quello che desiderava era che quell’azzurro durasse,
non importava sino a quando, e per farlo durare si raccontava, parlava senza
sosta senza pensare ad altro, nemmeno alla cosa più normale, più ovvia e
naturale come fare l’amore. Coline lo stuzzicava con i domani felici e lui
viveva nell’eterno incanto di inventare giorno dopo giorno un gioco nuovo,
esporre le foto, scrivere un libro e pubblicarlo, e poi un altro e un altro
ancora e dovunque c’era lei, nelle immagini fotografiche, nei quadri ad olio,
nei disegni a sanguigna e in ogni cosa c’era la sua mano che correggeva,
cambiava, suggeriva e insieme con lui creava e progettava il nuovo quando
ancora il vecchio doveva finire, senza tregua, senza un attimo di respiro,
incessante e continua come le onde del mare.
Già, il
mare.
Non
l’avevano mai visto assieme.
A volte, per fortuna la
misericordia di un intervallo tra le stagioni può servire a interrompere un
volo avventuroso. A volte però, sfortunatamente, può solo prolungare un’agonia.
La mia lontananza non è una
distanza
Quella volta fu così bello da
rimanere unico. Mathias sentiva la pelle di Coline bruciare e il suo essere
donna cantava in quella stanza una lunga incessante melodia. Ballava, Coline,
muoveva quel suo corpo che da qualche tempo era diventato più esile e se
possibile più bello, con movimenti che sapevano di peccato e d’infanzia, era
un’onda marina, una piuma nel vento e non c’era nient’altro che lei e non c’era
da desiderare altro dalla vita, non c’era da tormentarsi con niente, questa è
la mia donna.
Non senti anche tu lo stesso
bisogno che sento io, non hai lo stesso desiderio che ho io di stare assieme,
non vedi com’è bello fare l’amore, pensa di poterlo fare tutti i giorni, di
gustare assieme tutti gli attimi, gli istanti, avere il tempo di parlare, di
scrivere, di creare assieme un futuro… no, ora non più, ma avrei voluto un
figlio da te, un bambino che avesse il tuo sguardo curioso, il tuo sorriso di
pace… ora non più, è passato il tempo, ma almeno una casa per noi, questo si,
la cercherò da sola magari e sarà per me soltanto, ho bisogno di un posto dove
andare, uno spazio per vivere e lo vorrei con te.
Era quella la Coline che gli
aveva preso il cuore, fare sesso con lei doveva essere un qualcosa di naturale
e tenero, non quella smania ansiosa e senza parole. Si viveva per quello, e
questo per un uomo poteva andar più che bene, se non ci fosse quel qualcosa
dentro l’anima che fa sognare ben altro, desiderare l’altra persona nella sua
interezza e non perché può riuscire ad acquietare i desideri animali che da
soli nulla hanno a che spartire con l’amore.
Mathias era felice, forse non
sapeva dirlo, non era nei suoi registri il saper parlare come una donna si
aspetta in certi momenti, ma i suoi occhi brillavano e di questo, almeno,
Coline se ne accorgeva ed era viva e sincera quando gli diceva all’improvviso,
come sono belli i tuoi occhi quando mi guardi, sono profondi e veri, perché non
hai sempre questi occhi, così, almeno per capire il tuo cuore. Lui l’aveva
abbracciata, come forse mai più avrebbe fatto e quella volta riuscì a fuggire
dal mondo e dal tempo, la guardò commosso mentre facevano l’amore con così
tanto amore che l’azzurro di Coline si tinse del colore di tutti i cieli
possibili e di tutti i mari e mentre Mathias lentamente si muoveva dentro di
lei con la stessa dolcezza di un’acqua di lago, Coline sussurrò la cosa più
bella che un uomo possa sentire dire: “allora …è così che si fa l’amore”.
Abbiamo un solo cuore che a volte
non vuole arrendersi a ciò che accade, tentenna, fa fatica ad esprimersi, ma
devono venire da lì le parole che una donna si aspetta, le cose che una donna
vuole sentirsi dire, e non c’è un modo migliore o un modo peggiore e nemmeno
una differente via, in caso contrario è cosa diversa, non è amore.
Bisognava risolvere il loro
destino, senza tentativi di fuga e sortilegi da saltimbanco, con coraggio
mettere insieme tutte le fiches e cedere al numero della sorte, pari o dispari,
rosso o nero. Les jeux sont faits. Il tempo scorre, la pallina gira veloce,
rallenta, tentenna, si ferma. Attimi eterni. Rosso o nero, pari o dispari. Le
cose non vanno mai come dovrebbero o come vorresti, semplicemente vanno, che si
voglia o no.
Dimmi che musica vuoi per le tue
sere e ci sarà, cosa dovrò fare perché tu sia felice e lo farò, ma regalami le
tue braccia sulla mia solitudine, soffocami con i tuoi pensieri e i tuoi domani
perché non voglio tornare estraneo alla tua vita, ma continuare a volare con
te. Mathias non riusciva a immaginare i fatti e i gesti dell’assenza, non
riusciva a pensare Coline in un altro posto se non con lui non riusciva a
sentire altri sospiri se non quelli che sentiva nella loro casa, non arriva da
un lontano altrove il suono della sua voce, lei era lì con la sua gonna da
zingara i suoi occhi splendidi, anche se ogni ora, purtroppo, seguiva quella
successiva e possedere una casa non significava avere più tempo, anzi, il tempo
sembrava stringersi, farsi più piccolo o era semplicemente e umanamente a loro
che non bastava più. La sera arrivava comunque e lei come Cenerentola aveva la
carrozza ad aspettarla, prima dei rintocchi dell’orologio, bisognava prenderla
per non fare sparire l’incantesimo. Volentieri Mathias avrebbe fatto suonare le
ore per vedere i vestiti della sua principessa trasformarsi in cenci, comunque
l’avrebbe amata, il suo diadema sparire, i suoi riccioli scomporsi in pieghe
mattutine, l’avrebbe baciata sulle palpebre e sussurrato buonanotte in quelle
loro lenzuola sudate, purché lei restasse, avrebbe come Giosuè fermato il sole
e incatenato le stelle ad altri orizzonti per tenerle lontane dal loro cielo,
ma le sere arrivavano senza pietà e con le sere, dietro l’angolo, arrivava
l’estate.
Quando c’è stato davvero, non può
finire l’amore, ne rimarrà sempre un pezzetto da qualche parte perché ognuno
dei due ha avuto qualcosa dall’altro.
Denudare i corpi può essere molto
facile, fare la stessa cosa con l’anima è molto complicato, soprattutto se
viene a cadere quel qualcosa che aveva fatto di due estranei una persona.
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