Non esiste
una strada le cui pietre tacciano
Né una casa
senza eco.
GONGORA
Un giorno la violenza
fa irruzione nella vita di Dave Boyle, undici anni. Ore intere di torture e
sevizie da parte di due spietati rapitori, poi la fuga. Venticinque anni dopo,
Dave Boyle è ancora preda di quell’incubo: è il maggiore indiziato in un caso di
omicidio. La vittima è Katie Marcus, figlia di Jimmy, amico d’infanzia di Dave
e di Sean Devine, l’agente che conduce le indagini. Per i tre ex amici Sean,
Jimmy e Dave è arrivato il momento di fare i conti col passato, e con il
terribile episodio che ha turbato per sempre le loro anime. Solo scavando
indietro nel tempo Sean potrà scoprire la verità sulla morte di Katie.
Dennis Lehane ci consegna un regalo dal valore inestimabile.
Si tratta di una
storia colorata di grigio, dalla prima all’ultima pagina, ricca di odori e
sensazioni, carica di sospetti, ricordi ed emozioni contrastanti. Probabilmente
molti di voi avranno ancora negli occhi la leggendaria interpretazione del trio
di moschettieri hollywoodiani Penn – Robbins – Bacon sotto le lucide direttive
del maestro Clint Eastwood. Be’, in questa sede proveremo a dimenticarle. Ora
il nostro maestro si chiama Dennis Lehane ed è a lui che dobbiamo riconoscere
il merito di aver proiettato il lettore in una stanza buia e maleodorante,
quella in cui il piccolo Dave Boyle rimane vittima di due spietati pedofili
prima di riuscire a fuggire. Perché è da questo punto che l’incubo prende
forma.
La macchina che lo ha
portato via è solo una lucida bara su quattro ruote davanti alla quale i suoi
amici Sean e Jimmy riescono solo a rimanere attoniti. Tanti anni dopo un evento
tragico riavvicina i tre vecchi amici, ormai adulti e lo scenario si
arricchisce di altri elementi importanti: chi è che chiama l’agente Sean Devine
e sospira all’altro capo del telefono senza riuscire a pronunciare parola
alcuna? Chi è Jimmy Marcus e fin dove riuscirà a proiettare la sua sete di
vendetta per l’assassinio di sua figlia Katie? Dave Boyle, lo stesso Dave che
tanti anni prima è salito sulla macchina nera, è un uomo diverso, o è solo la
pallida fotocopia ingrandita del bambino rapito tanti anni prima?
La morte di Katie
riavvicina i tre amici, d’accordo, ma lo fa attraverso un perverso percorso che
vede proprio in Dave il tragico capolinea. Il sospetto, le coincidenze, la
rabbia di Jimmy e un passato ancora troppo presente per assumere le sembianze
di un futuro migliore, non permettono di ascoltare le note del fiume Mystic, la
telefonata che annuncia la morte di Katie e tutto ciò che avrebbe permesso di
incastrare il colpevole.
La caratteristica di
questo romanzo, oltre a una trama intensamente poetica e a uno stile
impeccabile, è la forza dei personaggi, ognuno dei quali sarebbe degno, preso
singolarmente, di assurgere a ruolo di unico protagonista. Constatazione questa
che, di converso, deve lasciare il passo all’evidenza dell’assoluta necessità
di mantenere la perfezione del triangolo Sean – Jimmy – Dave per consegnare a
ciascuno di loro il proprio 33% di responsabilità e peso specifico.
Ulteriore aspetto da
evidenziare è certamente rappresentato dal ruolo assolutamente decisivo che le
rispettive consorti rivestono all’interno dello sviluppo della narrazione. Dove
sarebbe Dave senza l’ausilio di sua moglie? E dove sarebbe Dave se sua moglie
non avesse deciso di parlare con Jimmy? Dove sarebbe Sean se sua moglie fosse
rimasta con lui?
Romanzo
straordinario, un capolavoro assoluto. Dennis Lehane, all’apice della forma, ci
consegna un gioiello troppo prezioso per limitarne la lucentezza con eccessive
elucubrazioni mentali. Tutte le domande presenti nella mia recensione non sono
altro che voci silenziose che accompagnano il lettore lungo tutto il percorso
narrativo. Un’ultima domanda…. Riuscirete a rispondere a ciascuna di esse?
«Una
volta ho sentito dire che la madre di Hitler, quando era incinta, fu sul punto
di abortire, ma all’ultimo momento cambiò idea. Ho sentito dire anche che lui
lasciò Vienna perché non riusciva a vendere i suoi quadri. E se invece avesse
venduto un quadro? Se sua madre avesse abortito? Il mondo sarebbe stato
diverso, capisci? Oppure mettiamo che una mattina tu prendi l’autobus e, mentre
lo aspetti, prendi un altro caffè e compri un “gratta e vinci”. Trovi la
combinazione vincente: all’improvviso non devi più prendere l’autobus. Vai al
lavoro con una macchina sportiva. Ma rimani coinvolto in un incidente stradale
e muori. E tutto perché quella mattina hai perso l’autobus. […] Sto solo
dicendo che ci sono dei fili, okay? Ci sono dei fili nella nostra vita. Se ne
tiri uno, tutto il resto cambia di conseguenza. Pensa se a Dallas fosse
piovuto: Kennedy non avrebbe viaggiato su una decappottabile. O se Stalin fosse
rimasto in seminario. O se io e te, Sean, fossimo saliti in quella macchina
insieme a Dave Boyle.»
«L’amavo così tanto…
Non proverò mai più niente del genere. Voglio dire, non può succedere due
volte, vero?»
Alzò lo sguardo verso Whitey e Sean. Aveva gli occhi
asciutti, ma così carichi di dolore che Sean dovette distogliere lo sguardo.
«Alla maggior parte
delle persone non succede nemmeno una volta.»
rispose Whitey.
“Mio Dio” aveva pensato “non mi sono mai sentito così stanco
in vita mia. Così stanco, triste, inutile e solo. Sono stanco dei miei errori,
della mia rabbia, della mia amara, amarissima tristezza, sono distrutto dai
miei peccati. Mio Dio, lasciami solo, lasciami morire, così eviterò di
sbagliare di nuovo e non sarò più così stanco, non dovrò più portare addosso il
peso della mia natura e dei miei affetti. Alleggeriscimi di tutte queste cose,
perché da solo non ci riesco.»
Nessun commento:
Posta un commento