
Trama
1984,
Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L’autista le suggerisce di
uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza. Ma, sibillino,
aggiunge di fare attenzione: «Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà
è sempre una sola». Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore,
riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere
il romanzo di un’enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un famoso
premio letterario. Ma La crisalide d’aria è un romanzo fantastico – o almeno
così dovrebbe essere – tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente
inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole
creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente
Tengo. L’incontro con l’autrice non farà che aumentare la sua vertigine: chi è
veramente Fukada Eriko? Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza
qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve
uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di
sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era
abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e
sospetta di essere l’unica persona in grado di attraversare la sottile barriera
che divide il 1984 dal 1Q84. Ma capisce anche un’altra cosa: che quella
barriera sta per infrangersi
Recensione
Un
libro piuttosto lento e ripetitivo, ma questo non mi ha spaventato, ce n’è di
peggio. Quello che mi ha sinceramente deluso è la trama stessa.
Non
avevo letto la trama prima di approcciare il libro, perciò fin dalle prime pagine
mi ero convinta di stare leggendo un bel giallo, con una affascinante omicida
in gonnella che va a caccia di stupratori su mandato di una vecchia bislacca e
un body-guard gay, utilizzando come arma letale un rompighiaccio stile Basic Instinct
(deviazioni sessuali di Catherine Tramell incluse nel pacchetto) e uno
scrittore eterno secondo che accetta la proposta di riscrivere un romanzo di
una diciassettenne dislessica. Non male nemmeno l’idea di un mondo che viene
riscritto alla maniera di George Orwell.
E
invece alla pagina 309 si scopre che si tratta di un racconto fantastico, quasi
surreale: “Poi la sua bocca si aprì piano
e da lì cominciarono a uscir fuori, uno dopo l’altro, i Little People.
Apparivano uno alla volta, con molta cautela, osservando l’ambiente circostante
[...] grandi più o meno come il suo dito mignolo, ma una volta che si trovarono
definitivamente all’esterno, eseguendo una torsione, come degli strumenti
pieghevoli, raggiunsero la lunghezza di trenta centimetri.”. E siccome non ci accontentiamo solo di questo,
ecco che una mano superiore bolla il mondo parallelo al 1984 appiccicando una
seconda luna nel cielo, un po’ più piccola di quella reale e verde, amplessi di
natura spirituale avvengono tra padre e figlia, membri mantengono l’erezione
per un periodo imprecisato di tempo mentre i muscoli di tutto il corpo sono
immobili e crisalidi d’aria appaiono dal nulla con dentro la replica di anime
bambine.
E’
troppo, almeno per i miei gusti. Decisamente non è il mio genere.
Assunto
che è un racconto fantastico e non un giallo “serio”, a parte qualche assurdità
che stonerebbe persino per una fiaba da adulti, l’altra metà della storia (un
terzo del primo libro e tutto il secondo) scivolano tranquilli, di un buon
umore che si alimenta di trovate assurde e divertenti e arrivi anche a
chiederti “ma come andrà a finire?”.
Non
approccerò il terzo libro: letta la trama dell’ultimo volume su Wikipedia, mi
sono tranquillizzata per l’happy-end e non sento il bisogno di essere presa
ulteriormente in giro.
Citazioni
L’amore
per la scrittura, per chi ambisce a diventare scrittore, è la qualità più
importante che esista. Da solo non basta. Deve esserci anche “qualcosa di
speciale”. O almeno, qualcosa che non si riesce a decifrare fino in fondo.
Quello che apprezzo di più, soprattutto per quanto riguarda i romanzi, è non
riuscire a comprenderli completamente. Non nutro interesse per le opere di cui
mi sembra di capire tutto.
Lui
stesso non sapeva se la sua vera aspirazione fosse quella di diventare uno
scrittore di professione. Non era sicuro nemmeno di avere talento per i
romanzi. Di una sola cosa era certo, e cioè che non sopportava di stare un solo
giorno senza scrivere. Per lui era come respirare.
L’importante
è scrivere tutti i giorni, senza mai interrompere la routine. E conservare
quello che hai scritto, evitando il più possibile di buttare qualcosa. In
seguito, tutto potrebbe tornarti utile.
Al
mondo non esiste persona che non possa essere sostituita. Per quanta conoscenza
e capacità uno possieda, di solito c’è sempre qualcuno da qualche parte che può
prenderne il posto. Se il mondo fosse pieno di persone insostituibili, ci
troveremmo davvero nei guai.
Da
qualche parte esiste una fine. Solo che non si trova un cartello con scritto “Ecco,
questa è la fine”. Come al gradino più in alto di una scala non si trova
scritto “Attenzione, questo è l’ultimo gradino. Non fate un altro passo oltre a
questo”.
I
soffitti non sono costruiti per intrattenere le persone.
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