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14 mar 2015

Io sono Matto

Io sono Matto. Per questo posso fare tutto quello che voglio.
Tutto mi è permesso.

Io sono Matto e mi sta bene così.
Così non devo fingere.
Se mi va, rido. Se no, no!
Il mio pensiero è libero di andare, oltre il mio corpo, ogni oltre legge.
Al di là di tutte le bugie del mondo.
Il senso sono io, in quanto Matto.
Mi hanno insegnato l'ordine, e la mia vita è il caos.
Di colori ne vedo tanti, proiettati su questo muro color pistacchio.
E un giorno ho pure appeso un mio ritratto, così mi posso guardare in faccia, senza trovare mai una nuova ruga ai lati degli occhi.
Ma il matto non obbedisce mai agli ordini.
In questo mondo dove tutti dicono sì, chinando la testa, il matto si rifiuta, dice no.
Obbietta!
Obbietta perché forse è obbiettivo, perché fotografa la realtà.

 
Io sono Matto, e mi trovo abbastanza bene, qui dentro.
Tutto sommato mi sento protetto, in un guscio spesso.
La mia è una casa senza pareti, niente confini.
Finalmente posso spaziare, senza ali riesco pure a volare.
E vi guardo dall'alto.
Come siete piccoli, minuscole formichine impazzite, che vi dannate a costruire certezze di marmellata. Nei vostri cunicoli bui, nelle vostre personali catacombe, vi perdete.
E non c'è luce che vi possa arrivare. Non c'è una ringhiera verde da scavalcare.
Ché i confini li hanno fatti per recintare, chiudere, segregare. Dimenticare.
Dimenticate che ci sono anch'io, ma non potete fare finta di niente.
Sarò irraggiungibile, correndo. Anche se fermo su me stesso.
E me ne andrò per i prati, come sull'asfalto rovente.
A piedi scalzi.

Sono Matto e rappresento la vostra Salvezza.
Quella sfocata percezione di essere nella ragione.
Io sarò sempre il torto, il distorto, l'adunco.
Sono una meravigliosa imperfezione,
come uno stupendo sbaglio di Dio.

(estratto)
Centro di Igiene Mentale
Un cantastorie tra i matti
Simone Cristicchi

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