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4 mar 2011

Lo scudo di Talos - Valerio Massimo Manfredi

Talos, lo storpio, è cresciuto tra gli iloti, dopo che il padre, per la legge crudele di Sparta, lo aveva dovuto abbandonare. Brithos, l'intrepido, è stato allevato per essere guerriero, nobile tra i nobili. Due fratelli separati da una legge, si riavvicinano per vie tortuose grazie al fato e si trovano schierati fianco a fianco nella lotta contro gli invasori persiani.










Per ordine del Re, Brithos rientra dalla battaglia delle Termopili insieme a Talos, suo servo, e ad Aghias, un altro condottiero. Il loro compito era di portare un messaggio importante a Sparta. Il messaggio viene sostituito a tradimento durante il viaggio con un messaggio vuoto. Brithos viene accusato di essere fuggito dalle Termopili prima che i persiani uccidessero tutti i soldati che erano al fronte. Dopo il suicidio di Aghias, Brithos incapace di sopportare l'ignominia tenta il suicidio, ma viene salvato proprio da Talos.
Talos lo fissò con uno sguardo triste:
Credi davvero di sapere che la vita è l'unica cosa che mi importa? E come sai della mia vita e di quella della mia gente?... Sai cosa significa servire sempre tacendo, portare il giogo come un animale tutti i giorni, senza speranza di riscatto? Non gli dei ci hannno fatto servi, ma gli uomini, uomini come te... e come me. Domani, forse già in questo momento, interi popoli prosperi e liberi sono fatti schiavi dalla forza inarrestabile degli invasori. Uomini nobili, fieri, coraggiosi, come tuo padre, come te, forse. Certo, chi nasce incatenato non sa che cosa è la libertà, ma anch'egli sa cos'è il coraggio. Un coraggio che tu nemmeno puoi immaginare. Il coraggio di portare ogni giorno un carico più pesante senza curvare le spalle, il coraggio di continuare a vivere per sé, per chi si ama. [...] Vivi, se puoi, come ti è stato comandato, sopravvivi a quella che credi ignominia. Anche un asino sopporta la frusta senza gemiti. [...] Anche gli animali sanno cozzare e ferirsi selvaggiamente fino a morire... [...] Ma solo un uomo è capace di sopravvivere, di ridurre al silenzio le grida del cuore, di soffocare la pena, la rivolta, la rabbia, di portare sulle spalle la vergogna, come un carico ripugnante. Sei coperto di bronzo, Brithos, ma la pelle che ricopre le tue ossa sa vibrare soltanto come quella del tamburo che chiama alla battaglia. Hai mai pianto, Brithos? Hai mai avuto gli occhi pieni di lacrime? La gloria ti  è stata tolta e tu sei come un vaso pieno di sabbia. [...] Cosa c'è dietro quella corazza, Brithos, cosa c'è?

Dopo aver condotto una strenua battaglia al comando degli iloti, contro gli Spartani che li volevano sopraffare, Talos allontana dalla città la moglie, Antinea, ed il figlio:
Per tanti anni la sorte ci ha tenuto separati [...] quando ti vidi l'ultima volta scomparire in groppa al tuo asino, piansi amaramente perchè ero certo di non rivederti mai più eppure ti ho ritrovata dopo aver rischiato centro volte la vita in luoghi lontani. Dobbiamo sperare, Antinea, sperare che ci rivedremo... Talvolta gli dei non ci concedono altro conforto, ma c'è una forza dentro di noi che non permette che la speranza muoia: è la forza che mi ha ricondotto a te dalle terre dell'Asia lontana, dalle solitudini della Tracia selvaggia. Io sarò sempre con te, Antinea, e con il piccolo, ma non lasciarmi solo a credere e a sperare. Se anche tu sarai certa di rivedermi, un giorno saremo di nuovo insieme, liberi, per vivere serenamente fino a una tranquilla vecchiaia e vedere i figli dei nostri figli crescere forti intorno a noi come giovani olivi. Nel pieno della bufera si dimentica che esiste il sole e si teme che le tenebre domineranno il mondo ma il sole continua a splendere sopra le nubi nere e prima o poi i suoi raggi si aprono un varco per riportare la luce e la vita.

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