Archivio Blog

Cerca nel blog

22 ago 2014

Colpa delle stelle, John Green

Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
 

Recensione



Spinta dalla curiosità che mi aveva infuso il trailer del film in uscita a settembre, chiesi ad una mia amica di prestarmi il libro di "Colpa delle stelle", essendo oltretutto attirata da un argomento per me molto toccante.

Sfortunatamente, credo che le altissime aspettative, date dalle più che positive recensioni che avevo letto sulla profonda e quasi crudele tristezza (che si diceva pervadesse "ogni angolo del libro"), mi abbiano inevitabilmente portato a concludere la lettura con la sensazione di non essere pienamente soddisfatta, sebbene l'avessi divorato in pochi giorni.
 

Senza ombra di dubbio, il contenuto a mio parere è uno dei migliori che si possa leggere in un libro - la malattia, la convivenza con essa, i profondi cambiamenti che provoca nella famiglia, le sue derivazioni, il tentativo di rinascita, la speranza, la morte -, ma a mio parere credo che, ad un certo punto, non conti più tanto cosa si stia leggendo, quanto piuttosto come ce lo stiano raccontando; mi spiego meglio: ciò che spesso mi è capitato, ultimamente, è proprio il trovarmi in disaccordo con lo scrittore per quanto riguarda le modalità con cui ha deciso di proporre la sua storia, e questo è uno dei casi. "Colpa delle stelle", infatti, sebbene sia un libro molto scorrevole, risulta fin troppo spesso "arido" nello stile, quasi apatico e poco approfondito, soprattutto nell'analisi dei personaggi di Hazel e Augustus, i protagonisti.

La sensazione che si prova è quella di avere per le mani troppi argomenti esageratamente importanti e complessi, i quali non è possibile raccontare tutti quanti con la precisione che ognuno di questi meriterebbe: parliamo naturalmente di cancro ma, piano piano, fanno capolino l'amore e il matrimonio fragile, insieme a tutte le devastanti conseguenze di una storia così pesante da gestire. Credo dunque che lo scrittore avrebbe dovuto fare uno sforzo, cercando di "setacciare" in qualche modo gli argomenti trattati, rendendo in questo modo ai lettori più semplice la schematizzazione e la comprensione totale dei personaggi che ha creato, non attraverso una banalizzazione degli eventi, ma piuttosto attraverso dei piccoli inserti introspettivi che favorissero un accompagnamento del lettore nei meandri della mente di Hazel e di Augustus, la cui storia d'amore è a mio parere una delle più tenere e vere tra quelle raccontate negli ultimi anni.

A questo proposito, mi sento comunque in dovere di consigliare il libro: la storia d'amore dei protagonisti, il rapporto con la cecità da parte del personaggio di Isaac, così come la complessa reazione alla vita - o morte? - dello scrittore Peter Van Houten, forniscono al lettore diversi spunti di riflessione che vale sicuramente la pena intraprendere.

Mi permetto in conclusione di consigliare, a chi ha intenzione di leggerlo, di porre attenzione alla parte centrale del libro, la quale è densa di elementi che forniscono un'ottima opportunità al lettore di estraniarsi per un momento del contesto Americano.

 
Opinione inserita da alxeimon    05 Agosto, 2014     

 

Quotes

 
«Mentre la marea saliva, l'Olandese dei Tulipani fronteggiò l'oceano: "Unisce ricongiunge avvelena occulta rivela. Guarda mentre sale, ridiscende, porta con sé ogni cosa."
"Che cos'è?" Domandò Anna.
"L'acqua" disse l'Olandese dei Tulipani. "Be', e il tempo."
- Peter Van Houten, Un'imperiale afflizione
 
 
«"Sempre" è una promessa! Come si fa a infrangere una promessa?» «A volte le persone non capiscono le promesse che fanno nel momento in cui le fanno.» ho detto.
Isaac mi ha scoccato uno sguardo: «Sì, certo. Ma la promessa la mantieni lo stesso. È questo l'amore. L'amore è mantenere lo stesso la promessa. Tu non credi non vero amore?» Non ho risposto. Non avevo una risposta. Ma ho pensato che se il vero amore esiste davvero, quella era una definizione piuttosto riuscita.

 
«Ti senti meglio?»
«No.»
«È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito.»

 
 «Sono una... una... una granata, mamma. Sono una granata e a un certo punto esploderò e vorrei minimizzare le vittime, okay? Voglio starmene lontana dalla gente e leggere libri e riflettere con voi, perché non c'è niente che possa fare per non ferire voi, siete troppo coinvolti.» Quindi era naturale che mi fossi irrigidita quando mi aveva toccata. Stare con lui voleva dire ferirlo, per forza. Ecco cosa avevo sentito quando si era proteso verso di me: stavo commettendo un atto di violenza contro di lui; e non me lo stavo immaginando, perché era davvero così. »

 
 I morti sono visibili solo attraverso l'occhio spalancato del ricordo. I vivi, grazie al cielo, conservano la capacità di sorprendere e deludere.

 
 [L'altalena insegna la lezione più importante di tutte.] Non conta quanto forte ci si spinge, non conta quanto in alto si sale, non si potrà mai fare tutto il giro.

 
 La cosa strana delle case è che di solito sembra che dentro non stia succedendo niente, anche se contengono la maggior parte delle nostre vite.

 
 Alcuni turisti pensano che Amsterdam sia la città del peccato, ma in realtà è la città della libertà. E nella libertà la maggior parte della gente vede il peccato.   

 
  Ti dici che se ti vedono piangere resteranno feriti e quindi non piangi, e guardi in alto, verso il soffitto, e poi mandi giù anche se la gola non vuole saperne di deglutire e sorridi.
 Pensavo che essere un adulto significasse sapere cosa credi, ma non è questa la mia esperienza.

 
 «Gus, amore mio, non riesco a dirti quanto ti sono grata per il nostro piccolo infinito. Non lo cambierei con niente al mondo. Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.»

 
 «Così l'alba lascia il posto al giorno.
Niente che sia d'oro rimane.»

 
 «La gente dirà che è una cosa triste lasciare una cicatrice più piccola, che saranno in pochi a ricordarla, che sarà stata amata in modo profondo, ma non a vasto raggio. Ma non è triste. È magnifico. È eroico. Non è questo il vero eroismo? Come dicono i medici: primo, non fare male.
Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, vecchio mio, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire. A me piacciono le mie scelte. Spero che a lei piacciano le sue.» «Mi piacciono, Augustus. Mi piacciono.»

 
 «Non il marmo
Né monumenti d'oro
Dei principi vivranno più della potente rima;
Ma tu brillerai ancor di più in questo contesto
Della pietra non battuta,
Né imbrattata dal tempo volgare"
(Shakespeare)

Nessun commento:

Posta un commento