
Perché l’amore è un germe.
Una malattia che nasce da un seme minuscolo e si annida in un punto preciso.
In fondo al cuore.
Lui aveva lei. Aveva solo lei.Una malattia che nasce da un seme minuscolo e si annida in un punto preciso.
In fondo al cuore.
In fondo al suo cuore.
"In
fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi", romanzo di
Maurizio De Giovanni edito da Einaudi. Immersa nel caldo torrido di luglio, la
città si appresta a festeggiare una delle sue ricorrenze più popolari, quella
della Madonna del Carmine, quando viene sconvolta da una terribile notizia: la
tragica fine di un medico, professore universitario di ostetricia e ginecologia,
stimato come professionista e molto amato per l'attività gratuita che svolge a
favore delle famiglie più povere. Il dottore, caduto da un'impalcatura in
circostanze poco chiare, era sposato e aveva un figlio piccolo. Ricciardi è
incaricato di indagare sul caso: deve scoprire se qualcuno ha spinto l'uomo nel
vuoto, e come al solito "il fatto", l'immagine dell'ultimo istante di
dolore del morto, lo perseguita. Ma questa volta il commissario è distratto da
uno dei momenti più difficili della propria esistenza; su di lui incombono
l'abbandono e il lutto. (http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/gialli,-thriller,-horror/in-fondo-al-tuo-cuore.-inferno-per-il-commissario-ricciardi/)
Ho letto alcune recensioni di questo libro e ne parlano piuttosto male.E’ il primo libro che leggo di De Giovanni e in realtà a me ha affascinato. Alcuni capitoli – che riporto negli estratti in vari post successivi a questo – hanno completamente rapito, sono piccole perle incastonate in una storia che fa il suo corso lentamente, mentre si dipana l’amore visto sotto più aspetti: l’amore ricambiato, tradito, ferito, sospirato, non desiderato, perduto, generoso, opportunista, egoista, materno, paterno, filiale, assoluto, tenero, fragile, violento, indisponente, assassino.
E la penna è una penna maestra, senza alcun dubbio.
Lo consiglio.
Leggendo qui e là
«Tu non puoi scegliere di rimanere solo. Qualsiasi dolore segreto tu abbia, devi condividerlo con qualcuno. Nessuno può vivere solo, ricorda. È quello l’inferno, l’unico che esista, su questa terra: la solitudine. »
Leggendo qui e là
«Lui aveva dodici anni e cento
negli occhi, le mani nere e rovinate che stavano imparando il mestiere, il
corpo magro e nervoso avviluppato in una giacchetta lisa e rivoltata
appartenuta a chissà chi e chissà quando. Lei aveva undici anni e cento nella bocca,
serrata a trattenere fatica e lacrime, il naso affilato sopra le labbra
sottili, le sopracciglia aggrottate sulla determinazione a sopravvivere.
La nave. Una bestia nera, colossale, dal ventre immenso che lì avrebbe inghiottiti tutti e tutto avrebbe preso, cose e persone, senza lasciare niente se non il solito, immane vuoto.
- Chissà dove vanno, - mormorò.
Lui scosse le spalle.
- All'America. Non lo sai che vanno all'America?
- Io voglio stare a casa mia. Parte la gente debole. Quella che non ce la fa. Io ce la faccio. Io ce la voglio fare.
- E allora perché vieni qua?
- Pure per ricordarmi che io non dovrò partire per cercare da mangiare. Io sarò felice. Lo so che lo sarò. Ce l'ho scritto nel profondo del mio cuore.»
In fondo al tuo cuore, di Maurizio De Giovanni
«Innamorata? Sì, certo. Ne era più che sicura. Perché l'amore, rifletteva
Enrica, è un fatto fisico prima che dell'anima. Lo si misura con il battito del
cuore perduto quando lui posa gli occhi su di te, e con quello in più quando ti
accorgi che nei suoi occhi insorge la tenerezza. L'amore è il calore che
avverti sulla faccia all'idea di accostare le tue labbra alle sue. L'amore è il
languore del ventre quando scorgi la sua sagoma alla finestra, nelle sere
d'inverno, al di là della strada e della pioggia. L'amore è un fatto fisico. E
lei era innamorata.»La nave. Una bestia nera, colossale, dal ventre immenso che lì avrebbe inghiottiti tutti e tutto avrebbe preso, cose e persone, senza lasciare niente se non il solito, immane vuoto.
- Chissà dove vanno, - mormorò.
Lui scosse le spalle.
- All'America. Non lo sai che vanno all'America?
- Io voglio stare a casa mia. Parte la gente debole. Quella che non ce la fa. Io ce la faccio. Io ce la voglio fare.
- E allora perché vieni qua?
- Pure per ricordarmi che io non dovrò partire per cercare da mangiare. Io sarò felice. Lo so che lo sarò. Ce l'ho scritto nel profondo del mio cuore.»
In fondo al tuo cuore, di Maurizio De Giovanni
«Il miglior medico per ogni pena
è il tempo, e il tempo passa se lo si lascia passare. »
«Tu non puoi scegliere di rimanere solo. Qualsiasi dolore segreto tu abbia, devi condividerlo con qualcuno. Nessuno può vivere solo, ricorda. È quello l’inferno, l’unico che esista, su questa terra: la solitudine. »
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