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7 ott 2014

Il divino manto

Frequento un corso e sono già due anni
E i miei compagni, insieme al professore
Mi chiesero con grazia e con calore
Di volgere il mio dramma alla risata.
 
Così per porre fine alla questione
Improvvisai dei versi in settimana
M’accingo ora a legger la canzone
Sperando di allietarvi la serata.
 
Narro di una scoperta straordinaria
Costruita in lenti e meta-materiale
che luce riflettendo fa un bel manto
e ciò che vedi, in realtà scompare
 
Chiamerò i versi “Il divino manto”
ed ora vo’ che tutti voi ascoltiate.
 
 



Il divino manto
 
Nel mezzo del cammin della mia vita,
Trovai un oggetto strano e assai grazioso.
Manto parea ed in realtà lo era,
e in sé portava un dono assai prezioso:
solo colui che in esso si avvolgeva,
a sguardo altrui celava l’esistenza.
 
Or che la dritta via era smarrita
Mi ritrovai di fronte a me d’un tratto
un edificio dal presagio oscuro.
Avvoltomi in quel sì divino manto,
che nascondea la mia persona al mondo,
verso quel posto mossi  incerto il passo.
 
Di molti piani si perdea nel cielo,
timor reverenziale a me incutendo
ma quando l'atrio impavido varcai,
sorpreso in cuor, e anche assai perplesso,
agli occhi miei, impervia ed inattesa,
apparve nel salone una discesa.
 
Sotto il manto che inganna l’altrui sguardo,
mi ritrovai ad una porta ostile
ch’infami parolone avea su scritte:
"Per me si va nella città dolente,
Per me si va dal perduto scrittore,
Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate".
 
Travolto fui dai libri d’ogni terra
Che recitavan lingue sconosciute
e in mezzo a lor Cristiana li leggeva,
dannata al punto da tradurli tutti
e al loro apparir, anco improvviso,
lei procedeva simultaneamente.
 
Sempre nascosto sotto il mio bel manto,
un passo indietro feci in quell'inferno,
apparenza m’inganna, e a volte mente,
facendo a me veder di uno due
al punto che pensai di esser brillo
"E’ un clone di Maurizio o son gemelli?”
 
Ecco apparir Natale Babbo innanzi
col dono che qualunque cuor rallegra
un sacco enorme con sé lui trascinava
consegnandolo in braccio alla Daniela
che scarta, scarta, ahimé! è il suo destino,
ma più scartava, più il dono si copriva.
 
Parole di lunghezza e sorta varia
Stefania in una scatola chiudeva
Ov’ell'andasse niuno canosceva
Tra l’una e l’altra un gesto ripeteva
sfilar e re-infilar vera nuziale,
restia ad agir così per matrimonio.
 
Avanti ad una macchina da stampa
Giorgio i suoi occhi roteava in fretta
E non potea distoglierli da quella
che libri suoi sputava all'infinito
man mano che un pensiero fantasioso
cresceva in lui parole di romanzo.
 
Uomo che "incassa" non si fa pregare:
ecco Pasquale trascinarsi stanco
“cangiando” le parole in sue domande,
su stile, ruoli,  trama e personaggi
e con desìo a ognun le rivolgea
addivenendo mai alla risposta.
 
Dolce panciona stride sì all'inferno,
ché un bimbo ha così poco a viver bene
nel fuoco ardente di scrittori veri,
ma tal condanna passa genti e vite
e verbo suo diventano i pensieri
che Giorgia scriver vuole in su la carta.
 
Io vidi ecco, come una montagna,
che fuoco avea al posto della cima,
e all’infernal Vesuvio Anna m’apparve
sedutasi a un computer pe’ prosare,
e si sforzava a digitar parole,
ché lettera mutava in mail non letta.
 
M’accorsi che ero sceso io ben oltre
quando il calore, insopportabilmente,
al fiato mio rubò fresco respiro
ed osservai sotto il divino manto
che dure punizioni erano afflitte
a chi per l’arte s’era più adoprato.
 
Nunzia e Daniela vidi con stupore
celate a vista del comun mortale
sentendomi studente al primo banco,
e m’appagò l’interrogarsi in rima
l'una a quell’altra, e l'altra indietro all'una
su novellieri, artisti e gran poeti.
 
Parole a fiumi paion sempre dolci
per chi di legger mai si mostra stanco
eppure Maria terror avea negli occhi
e supplicava pietà sì disperata
or che per ogni pagina finita
un libro ancor il diavolo aggiungeva.
 
Dannati intorno io n’avevo tanti,
ma niuno s’accorgea nel suo daffare,
nemmeno il Malavasi condannato:
palloni e libri al corner lui firmava
col sangue rosso di ferita viva
che un “leone” manteneva aperta.
 
La bocca sollevò dal bianco altare
giovin cortese Luca, l’editore.
Percosso a sangue dagli imberbi sposi
che non avean gradito il grande Rocco,
sì forte lui scappava innanzi a loro,
che tolse le sue man dalla tastiera.
 
In fondo a quella valle disperata
m’accorsi di uno sguardo sovrumano.
Coscienza avea di esser lui dannato,
ch’è colpa sua se tutti quanti gli altri
vissero tristi in vita nell’inferno
di tramutare tracce in bei racconti.
 
Or, dentro un’auto, buffa ed ammaccata,
che un Fulmine bruciava ad ogni istante,
alimentando fuoco dentro al fuoco,
stava Gurrado, autore detto Lello
mutando corpo e forma in ogni fiamma
scambiando in personaggi la sembianza.
 
A fianco a lui, a ricordargli il torto,
colpita di una pena assai peggiore,
l'irriverente autrice del poema,
che per vendetta avea infuocato tutti ,
restava condannata a inventar drammi,
che appena scritti si volgeano in risa.
 
E quinci uscii a scrutar le stelle ardenti
che brillan su nell’ampio firmamento,
scrittori vidi dotati di talento,
ognun di pena afflitto che si duole,
ma presto torneran su questa terra:
chiamali “stelle”, ché saran famosi.
 
Se v'è piaciuto questo passeggiare
in un girone un po' particolare
e manco il fuoco e i giusti patimenti
v'hanno fermato in questo divagare,
 
a voi posso prestar questo mantello
ch'io vidi su di un sito assai curioso
e presi in prestito a divina fonte
intrufolandomi in sì fatto posto.
 
Finisce qui il mio componimento
pavoneggiar sì gaio per me è stato
torniamo ai nostri mari e ai nostri monti
che immantinente s’ha da pubblicare.
 
Vuolsi così colà ove si puote ciò che si vuole
Fama ci colga, e più non dimandate!
 
 
 
 
Note sui compagni di corso:
 
 
Cristiana - di mestiere fa la traduttrice
Maurizio C. - ha scritto un racconto su due cloni
Daniela G. - ha scritto una lettera a Babbo Natale, chiedendo di portarle... un uomo!
Stefania - in pieno trasloco, insieme ma mai uniti in matrimonio!
Giorgio - ex tipografo
Pasquale - cassiere di un supermercato, un suo personaggio "mitico" si chiama "Cangi"
Giorgia - mamma... tra poco
Anna - napoletana, non si era capito?
Nunzia - professoressa d'italiano
Daniela R. - professoressa d'italiano
Maria - legge tanto, ma anche per mestiere!
Malavasi - ha pubblicato con Leone Editore un romanzo sul calico, http://mauriziomalavasi.blogspot.it/
Luca - ha un'agenzia per viaggi... di nozze e nel tempo libero fa l'editore. O forse il contrario? In un racconto ha inserito come personaggio Rocco Siffredi e da allora è una costante presa in giro!
Lello Gurrado - il Maestro. Giornalista e scrittore http://lellogurrado.com/ autore di "Fulmine"

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