Frequento
un corso e sono già due anni
E i
miei compagni, insieme al professore
Mi
chiesero con grazia e con calore
Di
volgere il mio dramma alla risata.
Così
per porre fine alla questione
Improvvisai
dei versi in settimana
M’accingo
ora a legger la canzone
Sperando
di allietarvi la serata.
Narro
di una scoperta straordinaria
Costruita
in lenti e meta-materiale
che
luce riflettendo fa un bel manto
e ciò
che vedi, in realtà scompare
Chiamerò
i versi “Il divino manto”
ed
ora vo’ che tutti voi ascoltiate.
Il divino
manto
Nel mezzo del
cammin della mia vita,
Trovai un oggetto
strano e assai grazioso.
Manto parea ed in realtà
lo era,
e in sé portava un
dono assai prezioso:
solo colui che in
esso si avvolgeva,
a sguardo altrui
celava l’esistenza.
Or che la dritta
via era smarrita
Mi ritrovai di
fronte a me d’un tratto
un edificio dal
presagio oscuro.
Avvoltomi in quel sì
divino manto,
che nascondea la
mia persona al mondo,
verso quel posto mossi incerto il passo.
Di molti piani si
perdea nel cielo,
timor reverenziale
a me incutendo
ma quando l'atrio
impavido varcai,
sorpreso in cuor, e
anche assai perplesso,
agli occhi miei, impervia
ed inattesa,
apparve nel salone
una discesa.
Sotto il manto che
inganna l’altrui sguardo,
mi ritrovai ad una
porta ostile
ch’infami parolone
avea su scritte:
"Per me si va
nella città dolente,
Per me si va dal
perduto scrittore,
Lasciate ogni
speranza o voi ch'entrate".
Travolto fui dai
libri d’ogni terra
Che recitavan
lingue sconosciute
e in mezzo a lor Cristiana li leggeva,
dannata al punto
da tradurli tutti
e al loro apparir,
anco improvviso,
lei procedeva
simultaneamente.
Sempre nascosto
sotto il mio bel manto,
un passo indietro
feci in quell'inferno,
apparenza m’inganna,
e a volte mente,
facendo a me veder
di uno due
al punto che pensai
di esser brillo
"E’ un clone
di Maurizio o son gemelli?”
Ecco apparir
Natale Babbo innanzi
col dono che qualunque
cuor rallegra
un sacco enorme con
sé lui trascinava
consegnandolo in
braccio alla Daniela
che scarta, scarta,
ahimé! è il suo destino,
ma più scartava,
più il dono si copriva.
Parole di
lunghezza e sorta varia
Stefania
in una scatola chiudeva
Ov’ell'andasse
niuno canosceva
Tra l’una e
l’altra un gesto ripeteva
sfilar e re-infilar
vera nuziale,
restia ad agir così
per matrimonio.
Avanti ad una
macchina da stampa
Giorgio i suoi occhi roteava in fretta
E non potea distoglierli
da quella
che libri suoi sputava
all'infinito
man mano che un
pensiero fantasioso
cresceva in lui parole
di romanzo.
Uomo che "incassa"
non si fa pregare:
ecco Pasquale
trascinarsi stanco
“cangiando” le
parole in sue domande,
su stile, ruoli, trama e personaggi
e con desìo a ognun
le rivolgea
addivenendo mai alla
risposta.
Dolce panciona
stride sì all'inferno,
ché un bimbo ha
così poco a viver bene
nel fuoco ardente
di scrittori veri,
ma tal condanna passa
genti e vite
e verbo suo
diventano i pensieri
che Giorgia scriver vuole in su la carta.
Io vidi ecco, come
una montagna,
che fuoco avea al
posto della cima,
e all’infernal
Vesuvio Anna m’apparve
sedutasi a un
computer pe’ prosare,
e si sforzava a
digitar parole,
ché lettera mutava
in mail non letta.
M’accorsi che ero
sceso io ben oltre
quando il calore,
insopportabilmente,
al fiato mio rubò fresco
respiro
ed osservai sotto
il divino manto
che dure punizioni
erano afflitte
a chi per l’arte
s’era più adoprato.
Nunzia e Daniela vidi con
stupore
celate a vista del
comun mortale
sentendomi
studente al primo banco,
e m’appagò l’interrogarsi
in rima
l'una a
quell’altra, e l'altra indietro all'una
su novellieri,
artisti e gran poeti.
Parole a fiumi paion
sempre dolci
per chi di legger
mai si mostra stanco
eppure Maria terror avea negli occhi
e supplicava pietà
sì disperata
or che per ogni
pagina finita
un libro ancor il
diavolo aggiungeva.
Dannati intorno io
n’avevo tanti,
ma niuno
s’accorgea nel suo daffare,
nemmeno il Malavasi condannato:
palloni e libri al
corner lui firmava
col sangue rosso
di ferita viva
che un “leone”
manteneva aperta.
La bocca sollevò dal
bianco altare
giovin cortese Luca, l’editore.
Percosso a sangue dagli
imberbi sposi
che non avean
gradito il grande Rocco,
sì forte lui
scappava innanzi a loro,
che tolse le sue
man dalla tastiera.
In fondo a quella
valle disperata
m’accorsi di uno
sguardo sovrumano.
Coscienza avea di
esser lui dannato,
ch’è colpa sua se tutti
quanti gli altri
vissero tristi in
vita nell’inferno
di tramutare
tracce in bei racconti.
Or, dentro
un’auto, buffa ed ammaccata,
che un Fulmine
bruciava ad ogni istante,
alimentando fuoco
dentro al fuoco,
stava Gurrado,
autore detto Lello
mutando corpo e
forma in ogni fiamma
scambiando in
personaggi la sembianza.
A fianco a lui, a
ricordargli il torto,
colpita di una
pena assai peggiore,
l'irriverente autrice del poema,
che per vendetta
avea infuocato tutti ,
restava condannata
a inventar drammi,
che appena scritti
si volgeano in risa.
E quinci uscii a
scrutar le stelle ardenti
che brillan su
nell’ampio firmamento,
scrittori vidi
dotati di talento,
ognun di pena
afflitto che si duole,
ma presto torneran
su questa terra:
chiamali “stelle”,
ché saran famosi.
Se
v'è piaciuto questo passeggiare
in un
girone un po' particolare
e
manco il fuoco e i giusti patimenti
v'hanno
fermato in questo divagare,
a voi
posso prestar questo mantello
ch'io
vidi su di un sito assai curioso
e
presi in prestito a divina fonte
intrufolandomi
in sì fatto posto.
Finisce
qui il mio componimento
pavoneggiar
sì gaio per me è stato
torniamo
ai nostri mari e ai nostri monti
che immantinente
s’ha da pubblicare.
Vuolsi
così colà ove si puote ciò che si vuole
Fama ci
colga, e più non dimandate!
Note sui compagni di corso:
Cristiana - di mestiere fa la traduttrice
Maurizio C. - ha scritto un racconto su due cloni
Daniela G. - ha scritto una lettera a Babbo Natale, chiedendo di portarle... un uomo!
Stefania - in pieno trasloco, insieme ma mai uniti in matrimonio!
Giorgio - ex tipografo
Pasquale - cassiere di un supermercato, un suo personaggio "mitico" si chiama "Cangi"
Giorgia - mamma... tra poco
Anna - napoletana, non si era capito?
Nunzia - professoressa d'italiano
Daniela R. - professoressa d'italiano
Maria - legge tanto, ma anche per mestiere!
Malavasi - ha pubblicato con Leone Editore un romanzo sul calico, http://mauriziomalavasi.blogspot.it/
Luca - ha un'agenzia per viaggi... di nozze e nel tempo libero fa l'editore. O forse il contrario? In un racconto ha inserito come personaggio Rocco Siffredi e da allora è una costante presa in giro!
Lello Gurrado - il Maestro. Giornalista e scrittore http://lellogurrado.com/ autore di "Fulmine"
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