La saga di Elena Ferrante su “L’amica geniale” narra la “splendida
e tenebrosa” amicizia di Elena (Lenù) e Raffaella (Lila). Elena è fortunata e
può studiare, fino a prendere una laurea e diventare scrittrice. Lila invece è
costretta a rimanere nel suo quartiere e ad arrangiarsi con la vita, senza però
mai smettere di esercitare la creatività e l’inventiva.
I romanzi sono scritti nella “lingua di tutti i giorni per
indicare cose di tutti i giorni”, perciò non è lo stile che affascina.
Ciò che affascina è la storia, l’amicizia nel tempo tra Lila,
“sempre nello stesso luogo e sempre fuori luogo” e Lenù, che non riesce a
vivere i propri successi se non in funzione di Lila.
E perché affascina? Perché forse nella vita ognuno ha
incontrato, seppur per un attimo, un’amica “geniale”, alla quale si è
rapportata, che ha intimamente ammirato e cercato di emulare, e perciò è
inevitabile immedesimarsi in Lenù e tifare per il suo riscatto dalle maglie del
“genio”.
Il primo libro “L’amica geniale”, si apre con il prologo di una delle protagoniste, Elena, ormai anziana: sarà la sua voce a rievocare la lunga amicizia fra lei e Lila, a cominciare dagli anni dell'infanzia - quando le due sono compagne di scuola alle elementari - e poi dell’adolescenza. Sullo sfondo, una moltitudine di personaggi e la Napoli difficile del dopoguerra. Da subito la Ferrante sa sorprendere a ogni pagina il lettore raccontando, col cuore e con penna precisa, le vicende di due esistenze normali.
Il secondo libro, “Storia del nuovo cognome”, comincia
esattamente dove era finito il volume precedente, al matrimonio di Lila, ancora
minorenne. L'amicizia fra lei ed Elena prosegue fra affettuosità e invidie,
vita vera e colpi di scena, come in un thriller dei sentimenti
quotidiani. Ancora una volta la Ferrante sa coinvolgere il lettore, per
lasciarlo col fiato sospeso sino all'ultima pagina, con la sola consolazione di
poter riprendere la storia nel volume successivo.
“Storia di chi fugge e di chi resta” è la terza puntata. Il
lettore ha oramai sviluppato una (sana) dipendenza letteraria per la
tetralogia: Lila ed Elena sono ora adulte, la prima ha un figlio e un
matrimonio alle spalle, la seconda (alter ego della Ferrante?) sta per
diventare una scrittrice. Con la maturità, anche la trama della loro amicizia
si complica, e il susseguirsi di emozioni narrate travolgono
chi assiste allo spettacolo messo in scena dal romanzo.
Nel quarto e ultimo libro dell'Amica Geniale, “Storia della
bambina perduta” la scrittura della Ferrante continua a spiazzare i lettori
con il suo ritmo inesorabile. Le due donne così diverse, che la
vita prova invano a separare, si ritrovano nella città dove la loro amicizia
era sbocciata. Il cerchio si chiude, le ultime 450 pagine scorrono verso il
compimento. Ecco, è finito. Che peccato!
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