brides by andrez.jpg www.deviantart.com |
L’inconscio non può far altro che volere. E volere! E VOLERE!
Vede, non riesco a fermarmi! O legarmi a una sola! Ho storie che durano un anno, un anno e mezzo, mesi e mesi d’amore tenero e voluttuoso, ma alla fine – inevitabile come la morte – con il passare del tempo il desiderio si esaurisce. Alla fine proprio non mi riesce di compiere il grande passo. Ma perché dovrei? Perché? C’è forse una legge secondo cui Alex Portnoy deve essere marito e padre di qualcuno? Mi rifiuto categoricamente di firmare un contratto che mi obblighi a dormire con un’unica donna per il resto della vita.
Come posso rinunciare alla novità, visto che una ragazza, per quanto deliziosa e provocante sia stata un tempo, mi diventerà inevitabilmente familiare quanto un pezzo di pane? Per amore? Quale amore? Quello che tiene legate tutte le coppie che conosciamo (quelle che si sono date la pena di lasciarsi legare)? Non è piuttosto debolezza? Non è piuttosto convenienza, apatia, senso di colpa? Non è piuttosto paura, estenuazione, inerzia, pura e semplice mancanza di coraggio, molto, molto più dell’ «amore» di cui sognano sempre i consulenti matrimoniali, i parolieri e gli psicoterapisti? Per favore, non prendiamoci per il culo con l’«amore» e la sua durevolezza.
Nessun commento:
Posta un commento