Ho raggiunto ciò che i
dottori chiamano la Fine della Strada, e non durerò a lungo. Ma sapere che voi
fate quello che fate, pensare che voi sarete qui quando io non ci sarò più, mi
aiuta parecchio a esercitare quel dovere contro il nemico. A non dargli pace
finché avrò un filo di fiato. (dal discorso in occasione della consegna
dell'Annie Taylor Award, 28 novembre 2005; in Il Foglio, 3 dicembre 2005)
Io non mi sono mai
sentita tanto viva come dopo una battaglia dalla quale sono uscita viva e
indenne. [...] È dopo aver vinto quella sfida che ti senti così vivo. Vivo
quanto non ti senti nemmeno nei momenti più ubriacanti di gioia o nei momenti
più travolgenti d'amore. (da Accetto la morte ma la odio, a cura di Lucia
Annunziata, La Stampa, 16 settembre 2006)
Ogni persona libera,
ogni giornalista libero, deve essere pronto a riconoscere la verità ovunque
essa sia. E se non lo fa è, (nell'ordine): un imbecille, un disonesto, un
fanatico. Il fanatismo è il primo nemico della libertà di pensiero. E a questo
credo io mi piegherò sempre, per questo credo io pagherò sempre: ignorando
orgogliosamente chi non capisce o chi per i suoi interessi e le sue ideologie
finge di non capire. (dalla lettera agli studenti della scuola Rosselli di
Marina di Carrara, 8 maggio 1975; da Quotidiano.net, 27 ottobre 2006)
Sai, mi dispiace molto
morire. Infatti me ne vado con molti dispiaceri, ma il dispiacere più grosso è
averti trovato così tardi e aver passato così poco, troppo poco tempo con te.
Non so nemmeno chi eri, com'eri. Di te so soltanto chi sei oggi, una persona
nella quale mi riconosco completamente, sebbene io sia completamente diversa da
te. (da una lettera a Salvatore Fisichella, maggio 2006[3])
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