Si chiudeva la porta alle
spalle e apriva leggermente la finestra perché il riflesso della strada
entrasse a illuminare le cerimonie che aveva inventato per impadronirsi dei
frammenti dell'anima di quell'uomo, rimasti a impregnare i suoi oggetti. Nella
lastra dello specchio, nera e brillante come una pozza di fanghiglia, si
osservava a lungo, perché là si era guardato lui, e le impronte delle due immagini
potevano confondersi in un abbraccio.
(Isabel Allende, Eva Luna racconta)
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