Fu nel momento in cui, su quell’assolo finale, Lisa riconobbe
la canzone, ch’ella percepì la sua stessa voce nascerle dal ventre, roboante, originata
dal dolore più ancestrale che risiedeva in lei. Percepì quell’alito che si
sollevava con il solo desiderio di aiutarla a sganciarsi dalle catene del suo
passato, senza paura né incertezza per il futuro, perché nulla avrebbe potuto
farle provare più dolore di quanto non avesse già sofferto. E sentì quel
gorgoglio arrivarle nel torace e raccogliere la potenza dell’aria che aveva inspirato
e spingere ancora più su, verso la gola. E infine sentì quel vento entrarle nella
bocca, già modulato nel rifiuto di sottostare ancora una volta a ciò che nella
vita le era stato ingiustamente offerto a caro prezzo. Mentre la melodia di
quella parola le attraversava le guance, gonfiandole di desiderio, Lisa sentì
la lingua che si portava al palato, contro gli incisivi superiori, modulando la
prima lettera intorno alla mascella inferiore che si abbassava leggermente. Poi
la lingua con uno schiocco si portò verso il basso, e la bocca si aprì con la
veemenza di un grido:
«NO!»
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