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2 apr 2013

Marketing e dintorni - Paul W.Davis



Storie illustrate di marketing operativo: esperienze vissute negli Stati Uniti nell'ambito di iniziative commerciali per la promozione di marchi italiani nella grande distribuzione high end americana. Racconti scanzonati quanto ironici che, tuttavia, sono supportati da riferimenti storici e informazioni didascaliche che illustrano il quadro commerciale al momento della vicenda narrata. Settanta immaginifotografiche aiutano l'ironia dell'autore e la pazienza del lettore. Tutti gli episodi e le circostanze descritte sono realmente accaduti. Le situazioni paradossali sono enfatizzate dalle licenze narrative dell'autore che ha voluto evitare i toni e il lessico del saggista. Questa raccolta è la prima di una trilogia dedicata al marketing operativo in America nell'ambito della collana 'Marketing tips'.

 
 
Non stupisce che nel professionista di marketing ci sia la capacità di intuire le attitudini e i comportamenti dei consumatori. Poteva essere una banale storia di successo, ma non lo è.




Quello che stupisce è un uomo, quello nascosto dietro il professionista affermato, capace di cogliere gesti attinenti ad una sfera completamente diversa dal lavoro: stupirsi per un calcio incauto al cartone che copre un barbone, sorprendersi a camminare con il naso in su davanti allo spettacolo dei grattacieli o incantarsi davanti allo spettacolo di un formicaio di taxi gialli, rinnegare una piacevole serata in compagnia di una donna qualunque per l’amore di una donna sola, stropicciarsi gli occhi a Central Park per convincersi che quello spettacolo è reale, volgere una mano ad accarezzare un cavallo sul muso e scoppiare a ridere per una camminata sulle caviglie in un negozio di preziosi oggetti d’epoca.

Quello che stupisce è una donna, Paula, alla quale sono dedicate trenta pagine su centotrenta circa, quasi il libro fosse una scusa per parlare di lei, quasi fosse l’unico modo per ricomporre il professionista, l’uomo e lo scrittore. «E’ un po’ matta -  mi aveva detto Lee – ma è unica. La migliore che io abbia mai conosciuto. Vende ciò che vuole e dove vuole. E’ ricca e non ha bisogno di soldi, ama il suo lavoro e non ne dipende e questo la rende inattaccabile. E’ capace di darti mille metri di tessuto quando ne volevi soltanto cento, ti vende l’indaco quando eri deciso per il giallo. All’improvviso sparisce e altrettanto repentinamente riappare senza, tuttavia, intaccare la propria credibilità. Se un cliente non le piace non le serve, può farlo. Ama la cucina ed in particolare il vino del quale è una buona intenditrice. Iperattiva, ti fa sempre in anticipo le cose che ti ha promesso di fare ma non è sempre la stessa persona. A volte miagola ma più spesso appaia e in certi casi morde. »
Il finale si riempie di verità "che non ti aspetti".  La verità di una donna come Paula che sembra invincibile, ma l’autore ti sussurra che così non è. La verità di un un uomo che è riuscito a sopravvivere ad una “New York che ti stritola, qualunque cosa tu faccia e a prescindere da come tu viva”, che non ti consente mai di “essere te stesso, neanche quando dormi” e ti costringe a recitare”, che ti pone “sotto una lente d’ingrandimento per effetto della quale i piccoli errori diventano grandi e ti devastano”, ma che in fondo si è innamorato di quella città al punto che non appena tornato a casa, si volta “verso il tabellone delle partenze per cercare il primo volo per gli Stati Uniti tentato di risalirvi”.
 
Un libro che mantiene ciò che promette nei sottotitoli: “...più dintorni che marketing e l’America che non ti aspetti...”




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