contrast by dajono, www.deviantart.com
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L’altro giorno me ne sto lì,
tranquillo, in panchina, che metto in ordine il cassetto qui in alto (si tocca
la testa) e mi viene vicino un bambino: “Signore... Signore...”, bel bambino,
bel cappottino...
“Che vuoi?”
Tende la manina con la moneta e
aspetta. La madre sta a qualche passo, freme. Cos’hai bella signora? Hai paura
che t’inghiotto il figliolo? La miseria ti fa paura, quel colpo malvagio del
destino che a te per fortuna non è toccato?... Perché a me, signora, quelle
brutte monetine? Metallo che offende, signora. Zorro non ha chiesto, Zorro non
necessita. Hai tante bustine rigide di boutique che ti pendono dal braccio,
devi aver sciupato un bel po’ di grano stamattina. Ma ora, cosìè bella Cormorana,
passeggiando c’hai pensato che è freddo, che è quasi Befana, c’hai pensato,
passeggiando, a tutta quella povera gente che muore di fame, e tu, buttare
tutto ‘sto grano per niente... Cos’è, sei nervosa perché non ritiro la moneta?
Vuoi darmi l’obolo per metterti un po’ in pace dentro? Per goderti meglio il
cachemirino di boutique? Però non ti avvicinare troppo. Capisco. Mandi avanti
il bambino. Capisco. Ah, certo, pedagogico, insegniamo alle piccole generazioni
la ginnastica della solidarietà. A che scuola vai, bel bambino? College
inglese. Bravo: English is very important, indeed! Bravo. Che belle manine, da
ginecologo. Cormorana, è fortunata, il suo piccino parlerà l’inglese e suonerà
il pianoforte. Sulla figa delle sue pazienti. Dammi la moneta, moccioso.
“Allora sei proprio un povero?”
“Sì, sono un povero.”
“Mamma è un povero! Un povero!
Che bello! Avevi ragione tu!”
Smammate. Smammate felici di
avermi stanato.
E anche oggi Zorro è stato
utile a qualcuno. Bravo, Zorro, anche se hai preso un cazzotto (Si dà un pugno
nella pancia). Qui dentro, nel cassetto più basso.
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