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11 gen 2025

Le bambine non esistono di Ukmina Manoori


Ukmina […] è una “bacha posh”, letteralmente una “bambina vestita da maschio”. Se esiste un nome per questa pratica, in Afghanistan, è perché è estesa. Un’antica tradizione afgana autorizza infatti le famiglie senza figli maschi a travestire una delle loro figlie per salvare l’onore dei genitori. In quella società dominata dai valori maschili, la mancanza di figli maschi è malvista, e soprattutto non è pratica: una femmina non può lavorare, non può uscire da sola per fare la spesa, non può aiutare nei lavori all’aperto. Una femmina è un fardello. È sufficiente tagliarle i capelli, e potrà assolvere i compiti riservati agli uomini. Secondo una superstizione afgana, una bacha posh potrebbe persino contribuire a scongiurare la malasorte e favorire la nascita di un maschio nella famiglia. Lo decidono i genitori alla nascita: basta la loro volontà e la figlia cambia aspetto, nome, identità. Diventa agli occhi di tutti il figlio maschio della famiglia.

[.…] Con la pubertà non si tratta più di un gioco, il problema si fa serio e va risolto in maniera molto semplice: ritorno al punto di partenza. Le ragazze devono dimenticare la shalwar kameez, indossare il niqab, chiudersi in casa, imparare i lavori domestici, prepararsi al matrimonio e alla maternità, accettare il ruolo attribuito alle donne. I mullah perseguono le recalcitranti che vorrebbero vivere nel peccato, quello della menzogna sulla loro identità. A dodici anni, quando le persone che le circondano cominciano a dire che dovranno portare un vestito da donna e un velo, loro soffocano già solo a immaginarsi abbigliate così. Sono cresciute come dei ragazzi, giocano con i maschi, vanno in giro per lavorare, andare a scuola, fare la spesa, sono libere come loro. E poi, un giorno, i genitori, i parenti, le autorità religiose, tutti dicono loro: adesso basta. Basta con gli allenamenti di tennis anche se sei campionessa dell’Afghanistan, basta con la scuola anche se avevi progettato di continuare a studiare, basta con gli amici anche se li conosci da quando eri piccola, basta con i capelli corti, basta con la vita senza limitazioni, diventerai una donna. Per molte di queste ragazzine è già troppo tardi. Sono state educate come dei maschi, sono cresciute con quel modello, e dall’oggi al domani viene detto loro di vestirsi, di muoversi, di comportarsi, di pensare, di agire come una femmina. Per alcune è semplicemente impossibile. Si rifiutano di diventare donne, semplicemente perché hanno assaporato la libertà degli uomini e sembra loro inimmaginabile rinunciarvi, abbandonare i propri sogni. Si immaginavano avvocate, politiche, dottoresse, pensavano di cambiare il mondo e di cambiare la vita delle loro sorelle. Sarebbe per loro come murarsi vive, gettarsi in prigione. Perciò si aggrappano alla menzogna in cui vivono fin dalla nascita. Escono sole, senza velo, lavorano a loro piacimento, vanno a scuola, fanno sport… Imbrigliano il loro corpo che si trasforma, nascondono il seno e lo imprigionano. Essere una bacha posh diventa così un modo per sopravvivere in una società profondamente conservatrice, dove le donne sono considerate cittadini di second’ordine e come tali subiscono privazione della libertà, violenze, leggi ingiuste.

(Prefazione di Stéphanie Lebrun)






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